La mostra della Fondazione Bottari Lattes di Torino allinea un nucleo significativo di opere di sette dei maggiori protagonisti della fertile stagione dell’astrazione informale in Italia, negli anni 50 e 60 del secolo scorso: Antonio Carena, Alfredo Chighine, Mario D’Adda, Mario Lattes, Tancredi Parmeggiani, Sergio Romiti e Piero Simondo.
Curata da
Ettore Ghinassi, la rassegna riaccende opportunamente la luce, in una corretta prospettiva storico-critica, sul lavoro di una generazione che ha un peso rilevante negli articolati svolgimenti dell’arte italiana d’avanguardia del secondo Novecento, ponendosi originalmente nel solco di ricerche formali di matrice europea, caratterizzate da una sintesi inedita di invenzione e rigore.
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Pur nella diversità delle personalissime inclinazioni tecnico-stilistiche – afferma Ettore Ghinassi nel suo testo in catalogo – questi sette autentici pittori sono stati scelti per delineare un aspetto dell’Informale italiano estraneo alle formule più corrive – pittura gestuale o d’azione, poetiche del segno o della materia – che di solito vengono associate alla tentazione di risarcire con nuove protesi semantiche (attinte, a esempio, dalla psicologia dell’Inconscio) l’amputazione del significato operata dall’astrattismo”.
Note biografiche
Mario Lattes (Torino 1923-2001,
FIG. 1), pittore, scrittore ed editore, è stato un personaggio di spicco nel mondo culturale del capoluogo piemontese del secondo dopoguerra. La sua pittura, dopo un iniziale periodo informale, è sempre stata figurativa, con valenze visionarie e fantastiche. Del 1947 è la sua prima mostra alla galleria La Bussola di Torino. Negli anni Cinquanta allestisce personali a Torino, Roma, Milano e Firenze e partecipa con successo a due edizioni della Biennale di Venezia. Tra il 1959 e il 1985 pubblica diversi di romanzi. Dopo la sua scomparsa, importanti istituzioni gli hanno dedicato antologiche e retrospettive: si ricorda, in particolare, la grande rassegna
Mario Lattes. Di me e d’altri possibili, curata da Marco Vallora presso l’Archivio di Stato di Torino nel 2008.
Antonio Carena (FIG. 2). Nato a Rivoli (TO) nel 1925, tiene la sua prima personale nel 1955 a Torino, al Circolo Europa Giovane; nel 1994, il Circolo degli Artisti ospita una sua antologica. Tra le personali più recenti, si ricordano quelle del 2007 alla Casa del Conte Verde e quella del 2008 alla GlobArt gallery di Acqui Terme. Ha dipinto soffitti e pareti in spazi pubblici (Castello di Rivoli; Hôtel de Ville d’Albret a Parigi per conto del Ministero dei Beni Culturali; Piscina Maglione, Santhià, Bondarte; Bagnolo Piemonte, Il canto della Pietra; Accademia Albertina, Torino) e privati: a Ginevra, direzione Martini e Rossi; a Roma, Fiat; a Rivoli, via Rombò; a Torino, palazzo Scarampi, villa Corte Bonvicino, biblioteca Palazzo Marchesi Spinola. Ha partecipato alla XXV Biennale di Venezia, alla VII Quadriennale di Roma, alla IV Biennale di San Marino. Ha esposto in collettive tenute in importanti spazi espositivi, quali il Palazzo delle Esposizioni di Roma, la Galleria d’Arte Moderna di Torino, la Promotrice delle Belle Arti di Torino, il Museo sperimentale di Torino, il Castello di Rivoli, la Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino, il Museo di Tolosa.
Alfredo Chighine (Milano 1914 - Pisa 1974,
FIG. 3) Nel ’56 espone alla rassegna dei pittori italiani al Museum Morsbroich di Leverkusen. Si lega alla Galleria del Milione esponendovi nel 1956, 1958 e 1966. Nel 1957 si reca a Parigi, ed è presente in rassegne di gruppo alla galleria Marlborough di Londra, a Roma alla Rome-New York Foundation, alla Columbia University di New York. Nel 1958 è invitato da Michel Tapié al festival di Osaka, espone Pittsburg International Exhibition, alla rassegna Art au XX siècle a Charleroi e alla Biennale di Venezia dove avrà una sala personale nel ’60. È presente alle Triennali di Milano, alle Quadriennali romane del 1959 e 1965. Nel ’62 espone alla VI Biennale di San Paolo del Brasile; nel ’64 alla mostra
Pittura a Milano 1945-1964 a Palazzo Reale. È presente nel 1973 a
Pittura in Lombardia 1945-1973 alla Villa Reale di Monza. Numerose le personali in gallerie private, segnatamente alle Ore di Milano, al Mosaico di Chiasso, alla Steccata di Parma e alla Nuova Pesa di Roma. Tra le molte e importanti rassegne postume, citiamo le mostre della Collezione Boschi-Di Stefano a Milano nel 1974 e 1997, a Monza la rassegna
Chighine-Meloni-Morlotti alla Galleria Civica nel 1979 e la selezione di dipinti proposti all’edizione della mostra nazionale Città di Monza alla Villa Reale nel 1986. Tra le rassegne più recenti si ricorda quella a Tenero nel 1991, quella milanese alle Stelline nel 1997 e quella a Palazzo Leone da Perego a Legnato.
Mario D’Adda (FIG. 4) nasce a Milano nel 1903 e muore nel 1976. Pur avendo interamente dedicato alla pittura gli ultimi vent’anni della propria vita, ha avuto una attività espositiva quasi inesistente (in vita due sole mostre negli anni ’50, una a Roma e una a Parigi ). Postume sono state realizzate alla Galleria Salzano tre mostre, nel 1983, 1989, 1991. A qualche anno dalla sua morte la vedova ha realizzato una monografia curata da Luigi Carluccio, che ne aveva riconosciuto la grandezza.

Tancredi Parmeggiani (FIG. 5) nasce a Feltre

(BL), il 25 settembre 1927. Studia all’Accademia di Belle Arti di Venezia dove nel 1946 stringe amicizia con Emilio Vedova. Nel 1947 compie un viaggio a Parigi e nei due anni successivi divide il suo tempo tra Feltre e a Venezia, dove nel 1949 tiene la sua prima personale alla Galleria Sandri. Trasferitosi a Roma nel 1950, si lega al gruppo Age d’Or, che organizza esposizioni e pubblicazioni dell’avanguardia internazionale. Nel 1951 partecipa a una mostra di arte astratta italiana alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma; lo stesso anno si stabilisce a Venezia, dove avviene l’incontro con Peggy Guggenheim, che gli fornisce uno studio e nel 1954 gli organizza una mostra nel suo palazzo. Nel 1952 sottoscrive il manifesto del Movimento Spaziale, il gruppo fondato da Lucio Fontana intorno al 1947 a Milano, che propugnava una nuova arte “spaziale”. Tancredi espone in personali alla Galleria del Cavallino di Venezia nel 1952, 1953, 1956 e 1959, e alla Galleria del Naviglio di Milano nel 1953. Nel 1954 partecipa con Jackson Pollock, Wols, Georges Mathieu e altri alla mostra “T
endances Actuelles” alla Kunsthalle Bern. Nel 1955, espone in una collettiva alla Galerie Stadler di Parigi. Nel 1958 tiene delle personali alla Saidenberg Gallery di New York e all’Hanover Gallery di Londra, e partecipa al Carnegie International di Pittsburgh. Si trasferisce a Milano nel 1959, dove espone diverse volte alla Galleria dell’Ariete. Nel 1962 riceve il Premio Marzotto, a Valdagno, e nel 1964 espone alla Biennale di Venezia. Muore suicida a Roma il 27 settembre 1964.
Sergio Romiti nasce a Bologna nel 1928. Il suo battesimo artistico avviene nel 1948 quando espone alla Prima Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea a Bologna alla quale partecipano tutti gli artisti della generazione di mezzo (Birolli, Guttuso, Cassinari, Corpora, Afro, Santomaso, Vedova, Mirko, Fazzini, Minguzzi). Rimane alla ribalta della scena artistica italiana – partecipando a tutte le Biennali d’Arte Contemporanea di Venezia degli anni ’50 - fino al 1965, anno in cui decide di smettere di dipingere. Non resterà fedele al suo intento e riprenderà la sua attività portando alle estreme conseguenze il suo percorso artistico già profilato e concettualmente concluso nel 1965. Sergio Romiti decise di porre termine alla sua vita il 12 marzo 2000.
Piero Simondo nasce a Cosio d’Arroscia (Imperia) nel 1928. Nel settembre del 1955 fonda ad Alba con Asger Jorn e Pinot Gallizio il Laboratorio di esperienze immaginiste del Mouvement Internationale pour une Bauhaus Imaginiste (M.I.B.I.) e pubblica il Bollettino del movimento, “Eristica”. Nell’estate 1956 Simondo organizza, sempre ad Alba, con Jorn, Gallizio ed Elena Verrone (che sposa l’anno seguente), il Primo Congresso mondiale degli Artisti liberi sul tema “Le arti libere e le attività industriali”. Nell’estate del 1957 viene fondata l’Internazionale Situazionista, da cui esce nel gennaio successivo con Elena Verrone e Walter Olmo, in polemica con Debord. Nel 1962 fonda a Torino il CIRA - Centro Internazionale per un Istituto di Ricerche Artistiche (1962-1967). La sua attività artistica inizia negli anni ’50 con i “Monotipi”. All’inizio del decennio successivo inaugura la sequenza delle “Topologie”. Nel 1968 dà vita ai “Quadri-manifesto”, cui fanno seguito le “Ipo-pitture”, i “Nitro-raschiati” e altri cicli pittorici improntati alla sperimentazione di nuove tecniche e materiali. Negli anni ’90 Simondo torna ad usare i pennelli e i pastelli, producendo alcuni grandi polittici.
06/01/2015
La pittura dimenticata. Mario Lattes e l’informale in Italia tra gli anni 50 e 60
a cura di Ettore Ghinassi
Spazio Don Chisciotte della Fondazione Bottari Lattes
Via della Rocca 37, Torino
Fino al 31 gennaio 2015
Orario:
da martedì a sabato, ore 10.30-12.30 e 15.30-19.30
ingresso libero
Info al pubblico:
segreteria@spaziodonchisciotte.it – 011.19771755