degas
Torino
dal 18 ottobre 2012
al 27 gennaio 2013

Palazzina Della Società Promotrice
delle Belle Arti in Torino

O R A R I
Tutti i giorni dalle 10 alle 19.30
Giovedì dalle 10 alle 22.30
Chiuso al martedì

(la biglietteria chiude un'ora prima)

I N F O L I N E
011.5790095

 


CATALOGO SKIRA

La-famiglia-Bellelli_1858_1869

La famiglia Bellelli, 1858/1869

Attento alla lezione dei grandi maestri del passato, in particolare i pittori italiani del primo Rinascimento, Edgar Degas (1834-1917) è però uno degli innovatori più radicali delle avanguardie artistiche del suo tempo. Rifiutando l'accademismo si rinnova costantemente lungo tutta la sua produzione, in una continua evoluzione di stile che ne fa uno dei padri della pittura di primo Novecento. La sua opera è una ricerca incessante di nuove soluzioni formali a problemi artistici eterni.

La mostra torinese segue le tappe di una carriera durata circa sessant'anni attraverso le collezioni del Musée d'Orsay di Parigi, le più ricche al mondo di opere di Degas. La selezione comprende dipinti, disegni, sculture e i celebri, delicatissimi pastelli, così da fornire al visitatore una panoramica esauriente di tutte le fasi della sua attività e di tutte le tecniche sperimentate dall’artista.

Si comincia dai ritratti, per i quali Degas ebbe una speciale predilezione, come dimostra l'autoritratto detto Degas con portacarboncino, realizzato all'età di ventitré anni, in cui guarda scopertamente a Ingres ma anche a Rembrandt. Tra il 1857 e il 1859 egli soggiorna in Italia, approfittando delle origini della famiglia paterna. Mentre studia nei musei, continua a realizzare ritratti come quello, ancora piuttosto classico, del nonno Hilaire de Gas, eseguito a Napoli nel 1857.
Dopo vari tentativi non andati a buon fine Degas realizza il suo primo capolavoro di soggetto storico col dipinto Semiramide che costruisce Babilonia. Pur mantenendosi parzialmente fedele ai principi accademici, nello stile primitivo del disegno Degas dimostra una chiara volontà di rinnovare i canoni del genere.

L’opera rivela una pluralità di riferimenti e un’ispirazione pittorica particolarmente composita. La disposizione dei personaggi ricorda i fregi del Partenone, mentre i volti evocano Giotto e il primo Rinascimento italiano. Degas opta inoltre per una rappresentazione dell'Oriente molto più sobria e contenuta rispetto allo sfarzo sensuale che caratterizza la pittura degli orientalisti. Scene di guerra nel Medioevo è insieme il primo dipinto presentato da Degas al Salon ufficiale e l'ultima opera di genere storico della sua carriera. Anche in quest’opera Degas dimostra una non comune capacità di metabolizzazione di la moltitudine di riferimenti artistici (Botticelli, Goya, Ingres, Delacroix, Puvis de Chavannes).

Le-pèdicure_1873
Le pèdicure, 1873

Il superbo Ritratto della Famiglia Bellelli (gli zii del pittore) esemplifica l'incredibile qualità di ritrattista di Degas e la sua peculiare capacità di penetrazione psicologica e di sottilissima resa drammaturgica di conflitti privati attraverso gli strumenti canonici della pittura. Degas continuò a raffigurare i suoi familiari anche dopo il 1870. Lorenzo Pagans e Auguste de Gas testimonia dei complessi rapporti che legavano l'artista a suo padre, che non fu mai ritratto dal figlio in una tela dedicata a lui solo. Con Il violoncellista Pilet il pittore inizia a ritrarre i propri modelli immersi nelle rispettive attività professionali. Il musicista seduto alla scrivania è relegato in secondo piano dall'enorme custodia nera dello strumento. Lo stesso proposito induce Degas a collocare l'amico fagottista Désiré Dihau al centro di un'assemblea immaginaria nell'Orchestra dell'Opéra. Sul finire degli anni Sessanta Degas abbandona il genere storico per concentrarsi sulla rappresentazione della vita moderna, della quale la prostituzione gli appare come un tema particolarmente emblematico. Le donne nude presentate da Degas alla mostra impressionista del 1877 causano scandalo per le loro pose immorali. Anche le Donne fuori da un caffè la sera, si devono a loro volta intendere come prostitute. La predilezione di Degas per il pastello, impiegato con una tecnica esecutiva particolarmente rapida, ben corrisponde all'ambizione dell’artista d’immortalare la fugacità della vita moderna.

Il Cavallo all'abbeveratoio e il Cavallo a riposo, entrambe modellate dopo il 1860, sono probabilmente le prime prove di scultura sopravvissute di Degas. Come già nelle Ballerine, l'autore sembra essere rimasto particolarmente colpito dagli esperimenti di scomposizione cronofotografica condotti da Jules-Etienne Marey e da Eadweard Muybridge.

Degas tuttavia opera uno scarto che gli consente di sganciarsi dalla mera riproduzione della realtà rafforzando l'illusione di vita che promana dai suoi cavalli.
Degas riprende instancabilmente il tema della danza fino alla fine della sua attività. Il dinamismo del disegno lo allontana dalla resa meticolosa della scena rappresentata a favore di una maggiore suggestione di movimento. Tale libertà di concezione si riflette anche nei colori utilizzati, sempre più astratti e vivaci. Solo sul finire degli anni Sessanta Degas si volge al genere del paesaggio, eseguendo una serie di piccoli pastelli (per lo più marine). Egli adotta un'estrema economia di mezzi, suggerendo paesaggi al limite dell'astrazione che risulta impossibile ricondurre a una località precisa.

Il lavoro di Degas sul nudo è altrettanto importante per la comprensione del legame tessuto dall'autore tra tradizione e modernità. A partire dalla transizione verso il realismo, alla fine degli anni Sessanta, egli abbandona i canoni di idealizzazione della forma ereditati dall'antichità per rivolgersi ai corpi delle donne comuni del suo tempo, resi in tutta la loro verità.
 
 

L’orchestra-dell’Opéra_1870_circa   Prove-di-balletto1874
 L’orchestra dell’Opéra, 1870 circa   Prove di balletto, 1874