
Fa da antefatto al percorso espositivo delle opere il racconto delle vicende che hanno segnato la trasformazione della storica
Gare d’Orsay, nel cuore di Parigi, nella più grande raccolta mondiale della pittura francese dell’Ottocento, grazie a una complessa operazione museografica portata a termine nel 1986 sotto la direzione di Gae Aulenti.
Curata da Guy Cogeval e Xavier Rey, la mostra si articola in
cinque sezioni.
La prima è incentrata sull’arte accademica dei Salon - in pieno rinnovamento nella seconda metà dell’Ottocento grazie ad artisti di straordinaria tecnica e cultura figurativa come
Cabanel e Bouguereau - in parallelo con la nascita e l’affermazione della pittura realista di
Courbet.
La seconda sezione illustra i cambiamenti apportati alla pittura di paesaggio dalla cosidetta
Scuola di Barbizon. I pittori che eleggono la foresta nei pressi di Parigi a terreno d’elezione della loro pittura con le loro ricerche atmosferiche e luministiche aprono la strada, com’è noto, al paesaggio impressionista. Proprio a Barbizon
Monet e Bazille realizzano i loro primi capolavori e sperimentano la frammentazione della pennellata essenziale nella restituzione pittorica della luce perseguita dagli impressionisti.

Segue una sezione dedicata alla resa della vita moderna, eminentemente urbana, che a sua volta guadagna un ruolo protagonistico nella pittura degli impressionisti. Malgrado il loro interesse per la resa degli effetti della luce
en plein air, gli impressionisti individuano una naturale e stretta corrispondenza tra le innovazioni tecniche che ne caratterizzano le ricerche e la poetica e i soggetti che essi rappresentano. Parigi, simbolo per antonomasia dell’industrializzazione e del progresso, emblema stesso della “modernità”, si offre loro come un teatro di infiniti nuovi temi pittorici.

La mostra documenta poi la multiforme evoluzione in direzione simbolista del linguaggio pittorico nell’ultimo quarto dell’Ottocento. Dopo aver a lungo meditato sulla lezione impressionista, i pittori che seguirono
Gauguin a Pont Aven in Bretagna e il gruppo dei
nabis diedero vita a opere connotate da un nuovo registro formale, capaci di combinare brillantezza e nitore cromatico, marcato decorativismo e profondo contenuto sentimentale e spirituale.
La mostra si conclude illustrando l’immenso e immediato influsso dell’impressionismo sulla pittura successiva. I
pointillisti spingono al limite la separazione delle macchie cromatiche. Fra gli stessi impressionisti taluni abbandonano definitivamente il realismo, come Monet. Si apre una fase di intenso sperimentalismo: grazie alla complessità e all’originalità delle nuove tecniche adottate si determina così un’apertura decisiva agli orientamenti delle avanguardie del principio del XX secolo.
(15/03/2014)

MUSÉE D’ORSAY. Capolavori
Roma, Complesso del Vittoriano
22 febbraio – 8 giugno 2014
Orari:
dal lunedì al giovedì 9.30 - 19.30; venerdì e sabato 9.30 - 23.00; domenica 9.30 - 20.30
BIGLIETTO
€ 12,00 intero; € 9,00 ridotto
tel. 06/6780664
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