La pubblicazione
Gli amici per Nicola Spinosa, per i tipi di Ugo Bozzi Editore, celebra la lunga carriera dello storico dell’arte partenopeo Nicola Spinosa. La copertina del volume raffigura l’eruzione del Vesuvio del 1779 in un dipinto di Pierre-Jacques Volaire. La scelta dell’immagine per la copertina non è per niente casuale ed è da intendersi come un ulteriore omaggio iconografico allo storico dell’arte, paragonato per la sua forza caratteriale ad
una eruzione vulcanica.
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Per chi non è molto addentro al mondo dell’arte ricordiamo che Nicola Spinosa è stato per tantissimi anni, per non dire che vi ha trascorso quasi l’intera carriera,
Sovrintendente al Polo Museale di Napoli e
ha diretto con grande passione, competenza e professionalità il Museo di Capodimonte, celebrando dentro e fuori il Museo (Reggia, San Martino, Castel Sant’Elmo, la Floridiana, Villa Pignatelli) memorabili mostre che hanno lasciato il segno. Padre putativo di Jusepe de Ribera e studioso di tutto l’ambiente artistico del Cinquecento, Seicento, Settecento e Ottocento napoletano.
Grande connoisseur famoso, come ebbe a dire una storica inglese qualche tempo addietro, in tutto il mondo.
Carattere spigoloso, ma sincero; burbero, ma amabile; soprattutto un
gran signore della città di Napoli, terra che ha saputo offrire culturalmente al Bel Paese personaggi di spicco che hanno fatto dell’Italia anche il paese della letteratura e della critica dell’arte. La pubblicazione, fresca di stampa,
a cura di Francesca Baldassarri e Maia Confalone è divisa in due corpi. Una prima parte raccoglie
testimonianze dirette, vergate da
Antonio Paolucci, Pier Luigi Pizzi, Antonio Bassolino, Lia Rumma, Arnauld Brejon de Lavergnée, Fabio Isman, Marco Voena. L’altro corpo del volume raccoglie i saggi di Carlo Bertelli
, Erich Schleier, Keith Cristiansen, Cristiana Romalli, Leonardo Di Mauro,
Pierre Rosemberg, Vincenzo Abbate,
Anna Orlando,
Francesco Petrucci, Caterina Volpi, Maria Confalone, Claudio Strinati,
Pierre Boccardo, Stéphane Loire, Francesca Baldassarri,
Gennaro Toscano, Wolfgang Prohaska, Fabrizio Magani, Marco Riccomini, Nathalie Volle, Lucia Caterina, Annalisa Scarpa,
Fabrizio Lemme, Emile Beck Saiello, Angela Cutello, Fernando Mazzucca, Fabio Benzi, Denise Maria Pagano,
Alvar Gonzàlez-Palacios,
Gioacchino Barbera, Renata Caragliano,
Lorella Starita. Raccontare la
carriera di Nicola Spinosa in un breve articolo che annuncia la presentazione di un libro non è semplice e ce ne scusiamo con il professore. Tuttavia giova riportare alcuni stralci delle testimonianze qui pubblicate per rendere in qualche modo
plastica l’idea del personaggio, provando a delinearne il profilo personale attraverso le parole di coloro che lo hanno conosciuto.
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La prima testimonianza è di Antonio Paolucci: “
Di Nicola io ammiravo, e qualche volta invidiavo, la sua capacità di governare con polso fermo e umana cordialità in un ambiente difficile come quello napoletano, di circondarsi di collaboratori e collaboratrici di qualità e insieme di saper entrare con sapiente determinazione e acuta sensibilità nei segreti del Ribera e dello Stanzione, del Cavallino e del Solimena, di Micco Spadaro e del così detto Maestro degli Annunci ai Pastori”. “C’è stata un’epoca in cui i Soprintendenti erano la memoria vivente, la vigile e costantemente opera anima di una città e di un territorio. Questo è stato, nella sua Napoli, Nicola Spinosa e così mi piace ricordarlo, con ammirazione e gratitudine”. Questa testimonianza nell’ultima parte tributa il giusto ruolo a Nicola Spinosa, che con la sua caparbietà e ostinazione in una terra difficile, come ricorda Antonio Paolucci, ha saputo imporsi con impegno, non solo storico e artistico, ma soprattutto sociale, contribuendo a mantenere questa parte di Italia, con un filo conduttore culturale, attaccata, per certi versi, al resto del Paese attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale della Campania.
La seconda testimonianza è curata da Pier Luigi Pizzi, regista teatrale, scenografo e costumista.
Il regista, che nella testimonianza ricorda un suo lavoro scenografico per una mostra sull’Ottocento a Capodimonte, si sofferma su un aspetto della personalità di Nicola Spinosa: “
Ti ho conosciuto a Parigi negli anni Ottanta e Novanta… Sapevo già ovviamente chi fossi, condividevo molto delle tue prese di posizione, soprattutto le più scomode, e apprezzavo i tuoi giudizi mai convenzionali”. Questa frase del grande regista milanese vissuto per molto tempo a Parigi apre una porta scomoda: quella della franchezza e del coraggio delle proprie idee dello studioso. Questa nobile caratteristica caratteriale ha fatto sì che nascesse la leggenda che Nicola Spinosa sia uno scorbutico. Ma no! È sempre stato uno che ha difeso le proprie idee in un ambiente molto difficile pervaso da invidie e voltafaccia, tanto per affrancarsi dall’ipocrisia.
La seconda testimonianza intitolata “Un amore condiviso per Napoli” è di Antonio Bassolino.
Antonio Bassolino nella sua testimonianza sottolinea l’importante ruolo di Nicola Spinosa nella valorizzazione del patrimonio culturale napoletano per poi passare agli apprezzamenti alla persona. “
Quanto poi al carattere sanguigno e alla proverbiale schiettezza del suo eloquio devo dire, stando all’esperienza dei nostri contatti e rapporti, che in realtà era un suo modo forte per cercare di far valere il ruolo e l’importanza della cultura, dell’arte, di Napoli. Tutto questo, poi, mettendo l’accento sulla qualità: delle mostre, del lavoro di ricerca e di documentazione, della formazione dei giovani. Ecco è la ricerca della qualità e il rifiuto dell’approssimazione, è la volontà di fare sempre emergere il meglio della storia e dell’identità di Napoli la caratteristica più preziosa e peculiare della sua esperienza di uomo di cultura e di servitore dello Stato e della Repubblica”. Quest’ultima testimonianza di una persona al di fuori del mondo dell’arte, che ha conosciuto e collaborato con Nicola Spinosa per la rinascita della Napoli afflitta dalla camorra, dalla piaga della dispersione scolastica, dal difficilissimo controllo del territorio sotto il profilo della Pubblica Sicurezza, rende granitico lo spessore umano e culturale di uno studioso
che ha lasciato il segno e
che continuerà con i suoi studi all’avanzamento e alla conoscenza dell’arte e del patrimonio culturale.
Il libro è presentato alle ore 18,00 del 12 settembre 2019 presso il Museo Pignatelli, Napoli riviera di Chiaia, 200. La presentazione del volume sarà a cura di Mirella Barracco, Antonio Bassolino, Denise Pagano.
U. Bozzi Editore: 300 pp, 200 riproduzioni a colori € 100
Redazione settembre 2019