Pedro_Machuca_Sacra_Famiglia_1516-1517ca_Roma_Galleria_Borghese(1)Agli Uffizi è allestita una mostra dedicata ad alcuni artisti spagnoli che furono presenti in Italia nel primo ventennio del Cinquecento.

Il progetto scientifico si propone di documentare, attraverso una serie di confronti stilistici, gli scambi figurativi tra l’arte italiana e quella iberica originati dal soggiorno a Firenze, Roma e Napoli di Alonso Berruguete (1488 circa -1561), Pedro Machuca (1490 circa - 1550), Pedro Fernández (meglio noto come lo “Pseudo-Bramantino”), Bartolomé Ordóñez (?-1520) e Diego de Silóe (1490 circa - 1563).

Come dichiarano i curatori, Tommaso Mozzati e Antonio Natali, l’esposizione permette di vagliare alcuni elementi problematici dei cataloghi di tali artisti e di esaminare la varietà dei modi con i quali essi si appropriarono delle suggestioni compositive e iconografiche desunte dai colleghi italiani. Diversi raffronti, d’altra parte, consentono di cogliere la reciprocità delle influenze, che non furono affatto a senso unico, risultando spesso vicendevoli e talvolta persino decisive nella definizione dello stile manierista.

Alonso_Berruguete_o_Giovan_Francesco_Bembo_Salomè_1510-20ca_Firenze_UffiziGiovan_Francesco_Bembo_Madonna_col_Bambino_e_santo_Stefano_1518ca_Cremona_Museo_Ala_PonzoneQuanto al primo punto menzionato, ad esempio, nell’ambito della rassegna viene avanzata l’ipotesi che la Salomè tradizionalmente attribuita ad Alonso Berruguete (Uffizi, databile al secondo decennio) possa essere assegnata al pittore cremonese Giovan Francesco Bembo, altro “eccentrico” di talento e, come lo spagnolo, a Firenze dal 1509. Bembo è rappresentato in mostra dalla Madonna col Bambino e santo Stefano del Museo Civico Ala Ponzone di Cremona, eseguita intorno al 1518 e interessante testimonianza di quell’orientamento incline alle disarmonie che caratterizzò la maniera dell’artista lombardo.

Per ciò che concerne il sistema intrecciato di relazioni figurative, d’altra parte, nelle sale degli Uffizi è possibile constatare agevolmente una nutrita serie di citazioni e rielaborazioni, soprattutto da parte degli spagnoli. È emblematico, a tal proposito, il paragone tra la Madonna col Bambino dello stesso Berruguete (Uffizi, 1510ca) con un rilievo pressappoco coevo (Berlino, Bode Museum) realizzato da uno scultore di cultura toscana, che a sua volta lo aveva derivato da un prototipo di Donatello.

Alonso_Berruguete_Madonna_col_Bambino_1510ca_Firenze_UffiziScultore_di_cultura_fiorentina_(da_Donatello)_Madonna_col_Bambino_tra_due_cherubini_1510-1520ca_Berlino_Bode_Museum(1)Il dipinto dello spagnolo, una delle personalità che contribuirono a virare in senso “espressionista” il classicismo imperante all’inizio del XVI secolo – il capriccio e la norma cui allude il titolo della mostra –, sembra trarre dalla stessa fonte del rilievo l’idea del rapporto ravvicinato tra Gesù e la Vergine, in perfetto profilo, tante volte replicata dalla plastica fiorentina quattrocentesca. Le possibili influenze dell’artista castigliano su pittori e scultori toscani, invece, sono poste in luce nella quarta sala, dove elementi degli esordi stilistici di Alonso paiono trovare una qualche eco nei lavori di Andrea del Sarto, Pontormo, Rosso Fiorentino, Baccio Bandinelli e Domenico Beccafumi.


Nel seguito del percorso espositivo, quindi, sono proposte all’attenzione del pubblico alcune opere di Pedro Machuca e Pedro Fernández, allo scopo, tra l’altro, di attestare il ruolo svolto dalla coppia di artisti iberici, attivi anche a Napoli, nella penetrazione dello stile romano in Campania. Due ulteriori sezioni sono riservate ad illustrare, poi, la produzione napoletana di Bartolomé Ordóñez e Diego de Silóe, scultori raffinati e capaci di appropriarsi rapidamente del repertorio di forme classicheggianti che da diversi decenni qualificavano i marmi e le terrecotte a Sud delle Alpi. Al primo si deve, peraltro, una delle opere più belle in mostra, il San Matteo e l’angelo proveniente dalla chiesa napoletana di San Pietro Martire. L’ultimo ambiente, infine, presenta una piccola selezione di dipinti e sculture eseguiti dagli spagnoli una volta tornati in patria. Si tratta di lavori carichi di cultura italiana, che provvidero a far conoscere, sia pure indirettamente, le tendenze più aggiornate del Rinascimento nel paese degli Asburgo.
(F. So., 3/4/2013)


Bartolom%C3%A9_Ord%C3%B3%C3%B1ez_San_Matteo_e_l%E2%80%99angelo_1515-1516ca_Napoli_San_Pietro_MartireNorma e capriccio. Spagnoli in Italia agli esordi della ‘maniera moderna
Galleria degli Uffizi
5 marzo – 26 maggio 2013
Martedì - Domenica ore 8.15 - 18.50; la biglietteria chiude alle 18.05
Chiuso il lunedì e il 1 maggio
Biglietto intero: € 11.00; ridotto: € 5.50
Catalogo Giunti Editore, a cura di Tommaso Mozzati e Antonio Natali