Severini_MadreLa grande mostra di Forlì (quasi 500 opere fra dipinti, sculture, disegni, manifesti, mobili, arredi, gioielli e prodotti di alta moda) ricostruisce il clima culturale che, tra la fine del primo e l’inizio del secondo conflitto mondiale, vide architetti, pittori e scultori, ma anche designer, orafi, ebanisti raccogliersi nel comune progetto del “ritorno all’ordine”, che costituì uno degli effetti più significativi della crisi delle avanguardie storiche.

 
Dal punto di vista programmatico la formula "Rappel a l’ordre" non intendeva suggerire un mero ritorno al passato, un recupero meccanico di formule o stilemi importati dai modelli dei grandi maestri dell’arte italiana, ma in primo luogo il frutto di una tensione creativa volta al riconoscimento e alla riappropriazione di canoni universali, “classici”, ritenuti inaggirabili per dare attuazione a un’autentica espressione artistica.
 
Casorati_Conversazione_platonicaQuell’equilibrio tra tradizione e modernità, tanto arduo quanto felicemente raggiunto nell’opera di artisti come Casorati, Sironi, Carrà, Wildt, Arturo Martini, seppe guadagnare e certo non respinse il sostegno del regime fascista, a sua volta teso alla ricerca di un’arte che, senza essere passatista, fosse in grado di tradurne più o meno fedelmente i fondamentali caratteri culturali e soprattutto di corrispondere adeguatamente alle sue basilari esigenze celebrative e propagandistiche.
 
La mostra “Novecento. Arte e vita tra le due guerre” documenta gli snodi essenziali in cui questa controversa e anche dolorosa connessione tra arte e politica (tra arte e ditattura, nella fattispecie) trovò applicazione: la I e la II Mostra del Novecento Italiano (1926 e 1929), la grande Mostra della Rivoluzione Fascista (Roma 1932-1933), in occasione del decennale della marcia su Roma, la V Triennale di Milano, la rassegna dell’'E42 di Roma.
La pittura murale e la scultura monumentale, assieme all’architettura, costituirono evidentemente e tipicamente la più significativa espressione artistica del regime, e dunque sono stati proprio gli edifici pubblici (palazzi di giustizia, delle poste, delle università) gli ambienti principali a essere sottoposti a indagine.

Oppi _I_chirurghiL’esposizione mette a fuoco i principali temi affrontati nel Ventennio dagli artisti che aderirono alle direttive del fascismo, partecipando ai concorsi e aggiudicandosi le grandi commissioni pubbliche. Il fondamentale recupero, teorico e pratico, del rapporto tra la pittura e l’architettura, piegato alle finalità auto-celebrative tenacemente perseguite dal regime, come da tutti i poteri totalitari, si tradusse in un ritorno all'ideale linea maestra del rinascimento (da Giotto a Michelangelo, passando per Masaccio, Piero, Mantegna), nella quale venne riconosciuta la fonte di ispirazione sostanziale, e discriminante sotto il profilo identitario, per gli artisti italiani attivi nel Ventennio, tra istanze nazionaliste, superomismo e rivendicazione dell’autarchia come orgogliosa difesa della tradizione autoctona.
 
Dottori_Aurora sul golfoTra i principali artisti in mostra - la gran parte delle personalità maggiori attive in Italia fra le due guerre, in effetti (anche se spicca qualche assenza illustre, difficilmente spiegabile in una rassegna così esauriente: Morandi, De Pisis, Scipione, Licini) - val la pena di ricordare qui Severini, Casorati, Carrà, De Chirico, Balla, Depero, Oppi, Cagnaccio di San Pietro, Carena, Pirandello, Donghi, Dudreville, Dottori, Funi, Sironi, Campigli, Guidi, Prampolini, Soffici, Maccari, Rosai, Guttuso, Wildt, Martini, Andreotti, Biancini, Messina, Manzù.
L'analoga ricerca di recupero della misura e dei principi classici che si registrò anche nelle arti applicate e negli oggetti della vita quotidiana è testimoniata nell’esposizione di Forlì dai mobili e dagli arredi disegnati da Piacentini, Cambellotti, Pagano, Montalcini, Muzio, Gio Ponti.
                                                                                       Lu.Bo., 13/03/2013
Didascalie immagini:
1. Gino Severini, Maternità, 1916, Cortona, Museo dell'Acacdemia Etrusca © Gino Severini, by SIAE 2012
2. Felice Casorati, Conversazione platonica, 1925, Collezione privata © Felice Casorati, by SIAE 2012
3. Ubaldo Oppi, I pescatori di Santo Spirito, 1924, Roma, Galleria Nazionale di Arte Moderna
4. Gerardo Dottori, Aurora sul Golfo, 1935, Perugia, Consiglio Regionale dell'Umbria
5. Cagnaccio di San Pietro, Donna allo specchio, 1927, Verona, Fondazione Cassa di Risparmio di Verona
 
Cagnaccio_Donna_allo_specchio
NOVECENTO. ARTE E VITA IN ITALIA TRA LE DUE GUERRE
Forlì, Musei San Domenico
Piazza Guido da Montefeltro
2 febbraio - 16 giugno 2013
Comitato scientifico presieduto da
Antonio Paolucci
Mostra a cura di
Fernando Mazzocca
con
Stefano Grandesso
Maria Paola Maino
Ulisse Tramonti
Anna Villari
www.mostranovecento.it
Orario di visita:
da martedì a venerdì: 9.30-19.00;
sabato, domenica, giorni festivi: 9.30-20.00;
lunedì chiuso.