Si tratta della prima mostra volta interamente riservata a quello che può essere considerato il
massimo ebanista italiano del Settecento,
a lungo attivo per la Casa Reale di Savoia, per la quale eseguì la porzione più cospicua delle sue raffinate creazioni, giusto nell’epoca in cui
la casata sabauda diede avvio a manifatture reali, come quella delle porcellane e degli arazzi, ponendosi in competizione con altre corti europee.

Molti mobili realizzati da
Pietro Piffetti presentano
complessi motivi ornamentali e intarsi con ricche figurazioni (in alcuni casi tratte da incisioni italiane, francesi o fiamminghe), reinventate con un estro decorativo e un virtuosismo tecnico senza pari, che lo portò a prediligere
intarsi in avorio e madreperla con essenze di legni rari.
Il percorso espositivo del Museo Accorsi – Ometto è suddiviso in due sezioni: una dedicata alle opere profane; l’altra a quelle di ambito sacro, molto più esigue.
L’esposizione si apre con il
rarissimo cofano forte, frutto di una accuratezza esecutiva quasi maniacale, la stessa che si può ammirare nel
prezioso arcolaio (fig. 2). Spiccano nella sezione anche
due cofanetti,
uno scrittoio in legno violetto, legno di rosa e avorio;
un paio di cassettoni e una serie di
raffinati tavolini, fra cui quello
celebre di Palazzo Madama, impreziosito sul ripiano della mensa da una
natura morta in trompe-l’oeil, con gli
oggetti riprodotti intarsiati in avorio (fig. 3).
Nella sezione delle opere sacre, si segnalano
un inginocchiatoio da parete, in legno e avorio, e uno dei due superbi
tabernacoli di Bene Vagienna (fig. 4).

L’esposizione è organizzata dalla
Fondazione Accorsi – Ometto in collaborazione con il Consiglio Regionale del Piemonte, il quale a sua volta fino al 30 novembre 2013 ospita una parte degli arredi nella sua sede di
Palazzo Lascaris (di fondazione seicentesca, ma rimaneggiato nei secoli successivi): il secondo
tabernacolo di Bene Vagienna e la coppia di stipi del Museo Accorsi-Ometto che presentano preziose decorazioni in avorio tratte da L’art de tourner en perfection del frate Charles Plumier, stampato a Lione nel 1701.
Di natali abbastanza modesti, dopo una prima formazione torinese
Pietro Piffetti partì per Roma. Durante il soggiorno capitolino l’ebanista sviluppò un linguaggio figurativo personale, frutto della fusione tra
monumentalità delle forme, tipico della tradizione italiana, e
ricerca del particolare ornamentale, erede invece della cultura centro e nord-europea. Piffetti tornò trentenne a Torino nel 1731 e colà
Carlo Emanuele III di Savoia lo nominò suo ebanista.
Il rapporto con la corte sabauda lo impegnò fino alla morte nel 1771 e portò alla creazione di
non meno di 220 opere, tra mobili, cassette preziose, ecc… Di esse
solo una settantina è oggi nota.
Lu.Bo., 10/09/2013
PIETRO PIFFETTI. Il re degli ebanisti, l’ebanista del re
MUSEO ACCORSI - OMETTO, Via Po 55, Torino
Dal 13 settembre 2013 al 12 gennaio 2014
ORARIO
Da martedì a venerdì 10.00-13.00; 14.00-18.00 | Sabato e domenica 10.00-13.00; 14.00-19.00 | Lunedì chiuso
CONSIGLIO REGIONALE DEL PIEMONTE
PALAZZO LASCARIS, Via Alfieri 15, Torino
Dal 13 settembre al 30 novembre 2013
ORARIO
Da lunedì a venerdì 10.00-18.00 | Sabato 10.00-12.30 | Domenica chiuso
Ingresso libero
INFO:
+ 39 011.837.688
info@fondazioneaccorsi-ometto.it
http://www.fondazioneaccorsi-ometto.it
Didascalie immagini:
1. Pietro Piffetti, Cofano forte con tavolino, 1750-1760
Legno di noce, lastronato in legno di palissandro, pruno e avorio, cm 108x62x49,5
Torino, Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto
2. Pietro Piffetti, Arcolaio da tavolino, 1740 circa
Legno di noce, lastronato in legno di palissandro, avorio tartaruga e metallo, cm 27,2x46x18
Collezione privata
3. Pietro Piffetti, Particolare del piano del tavolino di Palazzo Madama intarsiato in avorio con un libro, una penna per scrivere, un righello, un compasso, un rosario, uno spartito musicale e alcune carte da gioco, 1758
Torino, Palazzo Madama e Museo Civico d’Arte Antica
4. Pietro Piffetti, Tabernacolo, 1750 circa
Legno di noce, lastronato in legno di palissandro, bosso, ebano, avorio e madreperla, cm 195x85x47
Città di Bene Vagienna, Casa Ravera, Associazione Culturale Amici di Bene-Onlus, Parrocchia M.V. Assunta