bastaro_presentazioneVenerdì 4 aprile, alle ore 18, presso il refettorio del borrominiano Oratorio dei Filippini di Roma, Francesco Petrucci e Claudio Strinati, grandi specialisti della pittura romana del Seicento, discutono il recente volume monografico dedicato a Giuseppe Puglia detto il Bastaro, egregio comprimario sul palcoscenico capitolino dei primi decenni del XVII secolo.


Giuseppe Puglia
(Roma, ca. 1600 – 1636) fa parte della non piccola schiera di ottimi pittori attivi a Roma nella prima metà del Seicento che, su quella scena artistica sbalorditivamente ricca e dominata da personalità di rango eccelso, nonostante le loro notevoli qualità finirono per ritagliarsi a fatica un ruolo inevitabilmente subalterno.

La sua attività, breve ma di rilievo non trascurabile, si svolse peraltro non solo nell'Urbe (chiese di Santa Maria sopra Minerva e San Gerolamo degli Schiavoni, San Giuseppe dei Falegnami e nello stesso Oratorio dei Filippini), ma anche in località minori del Lazio (Poggio Mirteto) e nelle Marche (Fabriano, Cattedrale di San Venanzo). Dopo la biografia che gli dedicò Giovanni Baglione nelle sue Vite, edite nel 1642, il nome del Bastaro sostanzialmente si eclissò nella letteratura artistica e negli stessi inventari delle collezioni dove erano presenti sue opere, restando così flebilmente legato solo ai pochi dipinti nelle chiese romane. Il volume di Massimo Francucci giunge, dunque, assai appropriato, delineando un catalogo di una trentina di opere documentate o assegnate sulla base di stringenti confronti stilistici.

Nei suoi lavori Giuseppe Puglia intrecciò in modo personale le suggestioni delle due polarità linguistiche dominanti nella Roma dei primi tre decenni del Seicento: da un lato, il naturalismo di Caravaggio e dei suoi seguaci; dall’altro, gli orientamenti classicisti legati alla scuola bolognese ed emiliana di Annibale Carracci, Domenichino, Guido Reni, Giovanni Lanfranco e Guercino. La monografia si prefigge così anche l’intento, decisamente opportuno, di interrogare l’effettiva consistenza di tali paradigmi storiografici, per quanto delineati già nella letteratura dell’epoca, il cui utilizzo meccanico e irriflesso rischia di appiattire la lettura degli svolgimenti della pittura romana del Seicento, che viceversa, col progredire inarrestabile e perfino caotico degli studi, appaiono sempre più plurali e multiformi, e bisognosi di una sempre maggiore articolazione critica.
Lu.Bo., 27/03/2014

Bastaro_copertinaVenerdì 4 aprile, ore 18.00
Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri, Refettorio borrominiano
Via della Chiesa Nuova 3, Roma

Giuseppe Puglia il Bastaro. Il naturalismo classicizzato nella Roma di Urbano VIII

di Massimo Francucci, Presentazione di Erich Schleier
Libro Co., San Casciano V.P., 2013
pp. 200, ill. b/n col., cm 21x28
€ 77