Cat 10Rivive nei Palazzi Vaticani dopo oltre duecento anni, attraverso un piccola mostra che combina insuperabile suggestione visiva e raffinata proposta critica, il fascino delle raccolte settecentesche del Museo Profano al tempo di Pio VI, prima che le requisizioni napoleoniche ne determinasse un’irreparabile diaspora.
Si tratta di un’occasione preziosa che permette di veder riunite, nel loro originario luogo di conservazione, opere che oggi si trovano custodite presso alcune tra le maggiori istituzioni museali internazionali (tra cui Louvre ed Ermitage). Accanto all'esposizione viene inaugurato il nuovo allestimento delle collezioni storiche del Museo Profano, sin qui in larga misura relegate nei depositi e ora ottimamente esposte e fruibili in uno spazio che si è moltiplicato esponenzialmente.


Il Museo Profano fu creato nel 1767 da Clemente XIII Rezzonico (1758-1769) e significativamente accresciuto da Pio VI Braschi (1775-1799), appassionato collezionista di antichità, seguendo giusto di un decennio l’istituzione del Museo Cristiano ad opera di Benedetto XIV Lambertini (1740-1758). Esso costituì il primo nucleo delle raccolte di antichità profane dei Musei Vaticani, fondandosi in primo luogo sulla raccolta numismatica del cosiddetto Fondo Carpegna e su un nucleo selezionato di glittica, bassorilievi, mosaici, nonché di piccoli manufatti in bronzo, avorio, vetro, cristallo: uno strepitoso gabinetto di antichità raccolto per volontà del Papa Braschi negli spazi della Biblioteca Apostolica Vaticana, all’interno di quattro superbi armadi a vetrina realizzati con legni esotici dai maggiori ebanisti attivi a Roma sul finire del XVIII secolo, sotto la regia di Luigi Valadier, nominato nel 1779 “Soprintendente alli restauri di bronzi antichi e legature di Camei dei due Musei Sacro e Profano” (figg. 2 e 3).

MP 5MP 1Le collezioni del Museo Profano sono ora state oggetto di un complessivo intervento di restauro, avviato nel 2005 e appena ultimato. La felice circostanza ha fornito lo spunto per il temporaneo ritorno di un piccolo ma inestimabile nucleo di gemme e cammei antichi, arricchito e come ricreato alla fine del Settecento da spettacolari montature. Si tratta di opere che in epoca napoleonica presero la via della Francia, come indennizzo di guerra conseguente all'uccisione a Roma nel 1798 del generale Mathurin-Léonard Duphot.


Curata da Guido Cornini e Claudia Lega, del Reparto Arti Decorative dei Musei Vaticani, la mostra Preziose Antichità. Il Museo Profano al tempo di Pio VI - allestita nella superba Sala delle Nozze Aldobrandini, accanto agli affreschi staccati romani e sotto il soffitto dipinto da Guido Reni - espone così, dopo due secoli, celeberrimi capolavori al contempo dell’arte decorativa classica e neoclassica, come il Gruppo dell'Augusto (cat. 3, fig. 4), col ritratto in calcedonia dell'imperatore, il Cammeo Carpegna (Cat. 8, fig. 5), onice incisa raffigurante il Trionfo di Bacco, il Gruppo delle Paste (Cat. 2, fig. 6), con il pinax in vetro-cammeo raffigurante gli amori di Bacco e Arianna, tutti reinterpretati e ricreati dagli interventi geniali e sontuosissimi di Luigi Valadier.

Cat 3Cat 1Vertice dell’esposizione, il formidabile Cammeo Gonzaga (Cat. 10, fig. 1), sublime doppio ritratto ellenistico di Tolomeo II Filadelfo e della sua sposa Arsinoe. Si tratta probabilmente del cammeo acquistato intorno al 1587 da Vincenzo I Gonzaga, da questi ceduto nel 1603 a Rodolfo II e poi requisito da Cristina di Svezia nel 1648, durante il sacco di Praga, che lo possedette sino al 1689, quando passò alla collezione Odescalchi. Comprato da Pio IV Braschi, fu requisito da Napoleone per Giuseppina Beauharnais e da lei infine donato allo zar Alessandro II di Russia, facendone così uno dei pezzi forti dell'Ermitage.
In sbalorditivo stato di conservazione, il cammeo presenta una “rispettosa” legatura in oro pure dovuta a Luigi Valadier e spiega meglio di qualsiasi parola cosa poterono significare esempi di questo genere per la scultura rinascimentale.

Fanno da utile complemento a questa selezione i rami settecenteschi che illustrano la collezione del Museo Profano, oggi custoditi presso l'Istituto Nazionale per la Grafica, nonché una selezione delle monete del Medagliere Carpegna rimaste presso il Medagliere Vaticano, accanto ad alcuni pezzi della medesima raccolta ora al Cabinet des Médailles della Bibliothèque Nationale de France.
Luca Bortolotti, 21/10/2013

Cat 2Preziose Antichità. Il Museo Profano al tempo di Pio VI
Musei Vaticani, Sala delle Nozze Aldobrandine
2 ottobre 2013 – 4 gennaio 2014
a cura di Guido Cornini e Claudia Lega
L'accesso gratuito alla mostra è incluso nel biglietto di ingresso ai Musei Vaticani
Orario:  9.00-16.00 con chiusura alle ore 18.00
Ingresso gratuito ai Musei Vaticani e alla mostra ogni ultima domenica del mese
orario: 9.00-14.00, ultimo ingresso alle ore 12.30

Catalogo a cura di Guido Cornini e Claudia Lega
Edizioni Musei Vaticani, Città del Vaticano 2013
pp. 216, Formato: 24 x 28 cm, 135 ill. b/n e a colori
€ 38.00


Didascalie immagini:

1. Cammeo Gonzaga, III sec. a.C.,  San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage, Foto © The State Hermitage Museum, St. Petersburg
2. Musei Vaticani, Museo Profano, Foto © Musei Vaticani
3. Bernardino Nocchi, Stanza delle Medaglie, 1780 ca., Musei Vaticani, Mueo vaticano Etrusco, Foto © Musei Vaticani
4. Luigi Valadier, Gruppo dell’Augusto, Inizio I sec. d.C. – 1785, Parigi, Musée du Louvre, Foto
© RMN – Grand Palais (Musée di Louvre), Paris
5. Luigi Valadier, Gruppo del Trionfo di Bacco, Età Claudia (41-45 d.C.) – 1780, Parigi, Musée du Louvre, Foto
© RMN – Grand Palais (Musée di Louvre), Paris
6. Luigi Valadier, Gruppo delle Paste o di Bacco e Arianna, Età Giulio-Claudia – 1780-1785, Parigi, Musée du Louvre, Foto
© RMN – Grand Palais (Musée di Louvre), Paris