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01 Fra Bartolomeo, Pala LuccaLa mostra degli Uffizi trae origine dall’obiettivo critico di revisionare in profondità il radicato luogo comune che vuole la cultura figurativa fiorentina - dopo i fasti del Rinascimento e del primo manierismo, così progressivi su scala europea - scivolare dalla fine del Cinquecento su posizioni passatiste. Si vogliono, dunque, porre adeguatamente in rilievo gli elementi innovativi presenti anche all’interno di questa congiuntura storico-artistica, sottolineando come la sempre rilevata fedeltà ai sacri modelli della propria tradizione si innesti in un percorso di rinnovamento teso a svilupparne taluni elementi essenziali (il misurato equilibrio compositivo, la chiarezza iconografica, la tecnica pittorica nitida e compatta) forieri di sempre nuove concretizzazioni.


Nella concezione generale delle Vite, Giorgio Vasari esaltava la «Maniera moderna» in quanto evoluzione e fisiologico compimento della tradizione quattrocentesca, situando canonicamente Leonardo, Michelangelo e Raffaello al cuore di questa fase di insuperabile maturità e felicità creativa e tecnica dell'arte italiana. A questi titani egli affiancava, ma in subordine, Fra’ Bartolomeo e Andrea del Sarto, virtuosi del disegno, imitatori instancabili della natura, fautori di un linguaggio pittorico “puro, semplice e naturale”, che a Vasari appariva però superato e senza futuro.

11 Bronzino, Sacra Famiglia, Parigi, LouvreAndrea del Sarto e Fra’ Bartolomeo, peraltro, oltre a restare punti di riferimento ineludibili negli anni della magnificenza medicea, riguadagnarono una nuova attualità sul declinare del Cinquecento sotto la spinta delle esigenze dottrinarie sancite dal Concilio di Trento, come ebbe a rilevare Filippo Baldinucci alla fine del Seicento, nelle sue Notizie de’ professori del disegno. Proprio nel recupero dei valori espressi da quei due capofila Baldinucci vide, infatti, lo strumento necessario a superare l’impasse del tardo manierismo e al tempo stesso capace di istituire uno stile aderente alle nuove istanze spirituali della controriforma.
Se Santi di Tito e Jacopo da Empoli furono i più convinti sostenitori del primo rilancio di Fra’ Bartolomeo e Andrea del Sarto, esso conobbe una nuova fortuna a metà Seicento attraverso l’opera di Lorenzo Lippi e Antonio Novelli, in alternativa all’ormai dilagante civiltà figurativa barocca.

La mostra Puro semplice e naturale è strutturata lungo cinque sezioni cronologiche e quattro tematiche, e si compone di oltre 70 fra dipinti e sculture. In apertura, l’esposizione accosta le Annunciazioni di Andrea della Robbia, Andrea del Sarto, Santi di Tito e Jacopo da Empoli, offrendo un colpo d’occhio sui tratti che legano i maestri della «Maniera moderna» e gli artisti attivi a Firenze tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo.

2_ Lorenzo LippiNella Firenze del primo Cinquecento il registro di nobile chiarezza, non privo di elementi di connessione col pensiero di Girolamo Savonarola, fu un ideale condiviso da artisti come Lorenzo di Credi e Fra’ Bartolomeo, Ridolfo del Ghirlandaio, Sogliani e Bugiardini. Alcuni di essi fecero capo alla cosiddetta “Scuola di San Marco”, cuore di un gusto artistico improntato ad essenzialità e austerità. Fu con loro, e naturalmente con Andrea del Sarto, che si fondarono quei principi imperniati su una sintassi chiara, capace di modellare con plastica evidenza figure e cose, così caratterizzante dell'arte fiorentina.
Superate le generazioni di Bronzino e Alessandro Allori, si approda a Firenze a un Seicento caratterizzato da artisti che diedero continuità a quell’identità in senso lato “purista” della pittura fiorentina, tracciando una linea chiaramente alternativa rispetto al naturalismo caravaggesco e al barocco: da Santi di Tito a Jacopo da Empoli, da Ottavio Vannini a Lorenzo Lippi

Dopo una sala dedicata al disegno dal vero, che spazia da Andrea del Sarto e Pontormo alla metà del Seicento, gli stessi artisti si ripresentano accostati per temi: “pitture di casa”, di affetti intimi; “pitture di cose”, che ha per protagonisti gli oggetti domestici; e infine la “tradizione del sacro”, che chiude la mostra con uno spettacolare trittico di busti del Redentore, opera di Torrigiani, Caccini e Novelli.
17/06/2014

06 Tarchiani, Emaus Lacma(1)Puro, semplice e naturale nell'arte a Firenze tra Cinque e Seicento
Galleria degli Uffizi, Firenze
17 giugno - 2 novembre 2014
IDEAZIONE E CURA DELLA MOSTRA
Alessandra Giannotti, Claudio Pizzorusso
PREZZO BIGLIETTO :
Intero: € 11.00; ridotto: € 5.50 per i cittadini dell’U.E. tra i 18 ed i 25 anni
Gratuità del biglietto per i  minori di 18anni e per i cittadini dell’U.E. sopra i 65 anni
ORARIO:
Martedì – Domenica ore  8.15 - 18.50; la biglietteria chiude alle 18.05
Chiuso il lunedì

www.unannoadarte.it

CATALOGO Giunti Editore
a cura di Alessandra Giannotti, Claudio Pizzorusso