La mostra si deve alla
partnership con la
Galleria degli Uffizi, da cui giungeranno gli
Autoritratti dei tre artisti coinvolti: quello celeberrimo di un
Raffaello poco più che ventenne (fig. 2), che sarà collocato nella
Sala dell’Udienza del Nobile Collegio, che lo vide all’opera come
collaboratore del Vannucci agli esordi della sua carriera, e quelli, a loro volta ben noti e di alto rango, del
Perugino (dipinto di cui, peraltro, in questa circostanza si suggerisce una
problematica paternità raffaellesca, fig. 4) e del
Sassoferrato (fig. 3).
All’interno del sontuoso contenitore i tre dipinti istituiranno un suggestivo (e istruttivo) colloquio, oltrechè tra loro, con l’
Autoritratto che Perugino affrescò orgogliosamente su una parete del Collegio del Cambio, sigla imperitura posta a sigillo di un’impresa pittorica che egli, del tutto oportunamente, riteneva tra le sue più riuscite (fig. 1).


Inserito tra gli uomini illustri, accompagnato da un’epigrafe celebrativa dovuta all’umanista
Francesco Maturanzio, Perugino, attraverso la sua effige, esprime qui una potente affermazione di
status, implicitamente rivendicando alla pittura un fondamento intrinsecamente “liberale”, al pari delle arti della parola, della musica, delle discipline matematiche, secondo una linea culturale che nel corso del XVI secolo sarebbe pervenuta al suo apice con la grandiosa impresa storiografica delle
Vite di
Vasari.
Completa la triade di
Autoritratti quello del
Sassoferrato, che introduce il tema, tanto significativo quanto passibile di ulteriori messe a fuoco critiche, della rivisitazione secentesca dei modi espressivi di Perugino e di Raffaello.
Per questo motivo, nella
Cappella di San Giovanni (affrescata dall’egregio allievo del Perugino
Giannicola di Paolo), contigua alla Sala delle Udienze, vengono riunite
le sette opere del Sassoferrato eseguite per la basilica perugina di San Pietro e ivi ancora conservate, inequivocabilmente ispirate ai prototipi dei due maestri rinascimentali.
Questo nucleo di dipinti esemplifica l’impegno posto dall’artista nel recupero - tutt'altro che pedissequo, peraltro - degli alti modelli della
tradizione figurativa italiana a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento, già riconosciuta in quanto fucina di
un'ideale di bellezza d'insuperabile universalità, come permette di verificare ulteriormente, in mostra, il confronto tra il
San Mauro del Perugino e quello eseguito dallo stesso
Sassoferrato.
Luca Bortolotti, 15/04/2013
Raffaello e Perugino, modelli nobili per Sassoferrato a Perugia
22 giugno - 20 ottobre 2013
A cura di Francesco Federico Mancini e Antonio Natali
Nobile Collegio del Cambio
Corso Vannucci 25, Perugia
tel.075 5728599.
Orari di apertura: giorni feriali: 9.00 - 12.30 / 14.30 - 17.30; giorni festivi: 9.00 - 13.00
Didascalie immagini:
1. Perugino,
Autoritratto, ca. 1500, affresco, Perugia, Collegia del Cambio;
2. Raffaello Sanzio,
Autoritratto, 1504 ca. olio su tavola. Firenze, Galleria degli Uffizi;
3. Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato,
Autoritratto. olio su tela. Firenze, Galleria degli Uffizi;
4. Perugino o Raffaello Sanzio,
Ritratto virile (
Pietro Perugino?), ca. 1505-1506, olio su tavola, cm. 51 × 37, Firenze, Galleria degli Uffizi.