Karsh Yousuf_Marguerite Yourcenar sfoglia Panegirico a Stilicone di Claudiano_The Estate of  Yousuf Karsh(fig_1)«Lavorai a notte tarda tra New York e Chicago, chiusa nella cabina del vagone letto come in un ipogeo. Poi per tutto il giorno seguente, nel ristorante d’una stazione di Chicago, dove aspettavo un treno bloccato da una bufera di neve; e poi ancora, fino all’alba, sola nella vettura dell’Espresso di Santa Fé; tutt’intorno, i dossi neri delle montagne del Colorado e l’eterno disegno degli astri». È così che la scrittrice franco-belga Marguerite Yourcenar ricorda, nei sui taccuini di lavoro, il giorno in cui, nel 1948, rimise mano dopo molti anni alla stesura delle Memorie di Adriano, uno dei libri più celebri dedicati all’imperatore Publio Elio Traiano Adriano (76-138 d.C.).


Fino al 3 novembre prossimo, presso l’Antiquarium del Canopo di Villa Adriana a Tivoli, è possibile visitare la mostra Marguerite Yourcenar. Adriano, l’antichità immaginata, promossa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio e curata da Elena Calandra e Benedetta Adembri. L’esposizione si propone di raccontare, attraverso una densa orchestrazione di foto d’epoca, documenti, cartoline, carteggi e di opere che hanno ispirato la scrittrice, il doppio filo che ha tenuto stretta la gestazione lunga e difficile del libro alla vita della Yourcenar (fig. 1).

Nata a Bruxelles nel 1903 dal francese Michel Cleenewerck de Crayencour, figlio di una ricca proprietaria terriera, e dalla belga di stirpe nobile, Ferdinande de Cartier de Marchienne, Marguerite mostrò sin da bambina i precocissimi segni di un'intelligenza e di una curiosità intellettuale che la accompagneranno nell’arco dell’intera vita. Fu il padre ad occuparsi della sua formazione, ad aiutarla ad anagrammare il suo cognome, e fu con lui che la scrittrice iniziò a viaggiare per l’Europa.

Nel 1924
(fig. 2), poco più che ventenne, Marguerite vide per la prima volta Villa Adriana (fig. 3) e ne rimase talmente colpita da dare inizio in quell’anno ai primi Carnets de notes de Mémoires d'Hadrien. Marguerite Yourcenar_visita a Villa Adriana_1924_Proprietà del Petite Plaisance Trust_Hartford(fig_2)Il lavoro procedette serrato fino al 1929, ispirato profondamente da una frase ritrovata nel 1927 in un volume della corrispondenza di Flaubert, dedicata allo stesso Adriano: «Quando gli dèi non c’erano più e Cristo non ancora, tra Cicerone e Marco Aurelio, c’è stato un momento unico in cui è esistito l’uomo, solo». Per tutto il resto del tempo – il libro sarà terminato nel 1951, e uscirà in Italia con la traduzione di Lidia Storoni Mazzolani nel 1963 – le meditazioni più volte interrotte e riprese di Yourcenar saranno rivolte alla comprensione e alla definizione di quell’uomo solo, la cui incarnazione in Adriano è rappresentata dal dialogo serrato di un vecchio, ormai fiaccato dalla consunzione del corpo, con i fatti della propria vita passata.

Nel dicembre del 1948 Marguerite ricevette dalla Svizzera – dove l’aveva depositata durante la Seconda Guerra Mondiale – una valigia di documenti e vecchie lettere; tra queste una portava in testa l’incipit: «Mio caro Marco…». Sulle prime – secondo quanto racconterà lei stessa – la scrittrice non riuscì a ricordare il destinatario di quella lettera; forse un amante, un amico dimenticato, un parente lontano. Finché il dubbio non si sciolse: Marco stava per Marco Aurelio, il mittente era l’imperatore Adriano; si trattava di un frammento del manoscritto che Marguerite aveva steso da ragazza.

Canopo_Villa Adriana_Proprietà Archivio fotografico Soprintendenza Beni Archeologici Lazio(fig_3)Da quel momento, e per i tre anni successivi, l’autrice si sarebbe dedicata senza tregua alle ricerche e alla definizione di un metodo di scrittura adeguato alla composizione di un romanzo storico, redatto usando la prima persona. Marguerite era convinta che «ci sono libri che non si dovrebbero osare se non dopo i quarant’anni»; era consapevole che solo «quella notte dell’anima» avrebbe potuto allontanarla dai ricordi accumulati negli anni di lavoro, tra le «mattinate a Villa Adriana; sere innumerevoli trascorse nei piccoli caffè attorno all’Olympieion; andirivieni incessanti su i mari della Grecia; strade dell’Asia Minore». Questi ricordi hanno «dovuto allontanarsi da me quanto il II secolo» (le citazioni sono tratte da M. Yourcenar, Memorie di Adriano. Seguite da Taccuini di appunti, Torino, Einaudi, ed. 2002).

La mostra di Tivoli lega insieme le due esistenze di Marguerite e Adriano. Da un lato penetra nella vita della scrittrice, passando in rassegna le immagini dei suoi genitori, dei viaggi, degli amori tormentati; e ancora, la storia inespressa con il giovane scrittore omosessuale André Fraigneau, e la relazione della vita con la traduttrice americana Grace Frick, che sarà da allora sua compagna e con cui andrà a vivere a Petite-Plaisance, nella loro casa nel Maine; e infine il legame intellettuale con la sua traduttrice italiana Lidia Storoni Mazzolani, documentato dalle lettere e dalle foto.

Adriano_Busto tipo Baia_Roma_Musei Capitolini_Archivio fotografico Musei Capitolini(fig_4)Dall’altro racconta il principato di Adriano attraverso le opere citate da Marguerite nei taccuini e prestate dai musei di tutto il mondo (fig. 4). La giovinezza di Adriano, che si dipana tra i primi anni passati in Spagna a Italica, la sua città natia, tra l’austerità e il contegnoso riserbo dei sui familiari, lontano dai lussi e dagli intrighi di Roma, e il campo di battaglia, dove egli rivestì la carica di tribuno militare in Mesia, in Pannonia e in Germania, conquistando i favori dell’imperatore Traiano, che lo adotterà ufficialmente presentandolo in Senato, dandogli in sposa la figlia di una sua nipote, Vibia Sabina. Il cursus honorum a Roma, l’amore inestinguibile per lo studio, per la letteratura e per i costumi e le tradizioni della grecità. L’ascesa all’impero e il controllo delle provincie, la guerra contro i Giudei (132-135 d.C.). L’amore e la perdita dolorosissima del giovane della Bitinia, Antinoo, che l’imperatore cercherà di far rivivere nelle innumerevoli rappresentazioni che lo ritraggono (fig. 5), lo splendido mecenatismo artistico personificato dalla costruzione di Villa Adriana, dalla riedificazione del Pantheon, dalla realizzazione del Tempio di Venere e Roma nel Foro Romano e dalla fondazione del Mausoleo funebre, sulle cui strutture si insedierà Castel Sant’Angelo. Infine la malattia, l’inquietudine della successione e le riflessioni sulla morte.
Marguerite Yourcenar ha saputo immaginare la vita di un uomo, solo, e della sua immensa «piccola anima smarrita e soave».
    Giulia Bonardi, 25/8/2013


Antinoo_particolare di una statua dalla Villa Adriana_San Pietroburgo_Museo dell’Eremitage_Foto Bridgeman-Alinari(fig_5)Marguerite Yourcenar. Adriano, l’antichità immaginata
Tivoli, Antiquarium del Canopo - Area Archeologica di Villa Adriana

28 marzo – 3 novembre 2013
Villa Adriana,
Largo Marguerite Yourcenar, 1 Tivoli

ORARIO MOSTRA
10.00 – 18.00 (28-29-30 marzo);
10.00 - 18.30 (31 marzo/aprile e settembre)
10.00 – 19.00 (maggio, giugno, luglio, agosto)
10.00 - 18.00 (dal 1° ottobre all’ultimo sabato di ottobre)
10.00 – 16.30 (dall’ultima domenica di ottobre al 3 novembre)

Apertura Area Archeologica ore 9.00; chiusura 30’ dopo la chiusura della mostra
La biglietteria chiude un'ora e mezza prima della chiusura dell’Area Archeologica

BIGLIETTI: 11 € intero; 7 € ridotto,
fatte salve le agevolazioni previste dal regolamento di ingresso ai luoghi della cultura italiani


Didascalie immagini
1. Marguerite Yourcenar ritratta da Yousuf Karsh, mentre sfoglia un’edizione antica del Panegirico a Stilicone di Claudiano
    nell’ultimo anno della sua vita. The Estate of  Yousuf Karsh.
2. Marguerite Yourcenar a vent’anni, durante la sua visita a Villa Adriana nel 1924. Proprietà del Petite Plaisance Trust, Hartford.
3. Canopo, Villa Adriana. Proprietà dell’Archivio fotografico della Soprintendenza Beni Archeologici del Lazio.
4. Busto di Adriano in età matura, tipo Baia, attribuibile agli ultimi anni del suo regno. Roma Musei Capitolini. Archivio fotografico Musei Capitolini.
5. Ritratto di Antinoo, particolare di una statua dalla Villa Adriana. San Pietroburgo, Museo dell’Hermitage. Foto Bridgeman/Alinari.