Niccolò Cassana_Ritratto del Gran Principe Ferdinando de' Medici_Firenze_Palazzo Pitti_Galleria PalatinaA trecento anni dalla morte, Firenze celebra la figura di Ferdinando de’Medici (1663-1713), il Gran Principe della casata fiorentina, eccellente collezionista e magnifico promotore delle arti, ultimo grande mecenate della famiglia. Presso la Galleria degli Uffizi saranno esposte molte opere legate alla committenza e alle raccolte di questo personaggio fuori del comune, alla cui liberalità si deve la grande fioritura artistica a Firenze tra la fine del XVII e l’inizio del secolo successivo.


Di cultura raffinata, Ferdinando coltivò fin da giovane la passione per la musica (fu anche clavicembalista), il teatro e le arti visive, che sostenne sistematicamente. Nel campo di queste ultime, ad esempio, promosse il lavoro di diversi talenti fiorentini, ma fu attratto nondimeno dalla produzione di altri importanti centri italiani, le cui tendenze contribuì a far germogliare anche in Toscana. Stimò in particolare la pittura veneziana, che conobbe direttamente già in occasione del primo soggiorno in laguna avvenuto nel 1687.

La permanenza nella Serenissima, oltre a soddisfare una certa propensione per la vita sregolata, tanto biasimata dal padre, il granduca Cosimo III, concorse infatti a far apprezzare sommamente al giovane principe la cultura figurativa veneta. Egli entrò quindi in rapporti con il pittore Nicolò Cassana, che oltre a fornirgli un buon numero di quadri, curò i suoi affari nel mercato artistico veneziano. Anni più tardi, Ferdinando riuscì ad assicurarsi, inoltre, il prodigioso pennello di Sebastiano Ricci, affidandogli l’esecuzione di alcuni affreschi in Palazzo Pitti e nella villa di Poggio a Caiano. Fu del resto sensibile anche alla pittura di Magnasco, Vanvitelli e di Giuseppe Maria Crespi, che per lui licenziò, ad esempio, la celebre Fiera di Poggio a Caiano (Galleria degli Uffizi).

Anton Domenico Gabbiani_Musici e  cantanti del Gran Principe Ferdinando con servo moro_Firenze_Galleria dell’AccademiaNell’ambiente della sua città natale, invece, protesse i giovani artisti formatisi presso l’Accademia Medicea di Roma, come Giovanni Battista Foggini, poliedrico ingegno che fu scultore e architetto di corte, aggiornatissimo sullo stile del Barocco romano; al Foggini si affiancarono tra gli altri, nelle grazie di Ferdinando, Anton Domenico Gabbiani e Massimiliano Soldani Benzi.

All’intervento principesco si deve inoltre l’importante rinnovamento di diversi edifici sia pubblici che di proprietà dei Medici: i principali lavori patrocinati dal mecenate riguardarono palazzo Pitti, il Duomo e il teatro della Pergola a Firenze, oltre alle ville di Pratolino e Poggio a Caiano. E sempre grazie al suo interessamento si tenne nel 1705, nel chiostro della Ss. Annunziata, la prima esposizione pubblica di opere d’arte a Firenze.

Il profondo amore per la musica spinse Ferdinando a intrattenere rapporti, tra gli altri, con Alessandro Scarlatti, che compose almeno cinque opere per il teatro della villa di Pratolino, nonché con l’inventore del pianoforte, Bartolomeo Cristofori, dal 1689 al servizio della corte Medicea come cembalaro e accordatore.
Il Medici, di cui qui non si può che restituire un profilo minimo, fu dunque figura di notevole rilievo. La mostra degli Uffizi, articolata in sette sezioni, ne delinea un ritratto dettagliato, offrendo al pubblico la possibilità di ripercorrere le vicende della sua avventura straordinaria nel mondo dell’arte e della cultura.

Livio Mehus_Tarquinio il Superbo_Firenze_Palazzo Pitti_Galleria PalatinaL’esposizione consente di farsi un’idea piuttosto particolareggiata, ad esempio, sulla predilezione del principe per Pratolino, che egli arricchì con le opere di alcuni fra i suoi artisti preferiti (Livio Mehus, Pier Dandini, Domenico Tempesti, Crescenzio Onofri e Cristoforo Munari).

Un’ampia serie di disegni preparatori e testimonianze documentarie illustra, invece, i lavori che interessarono Pitti, il teatro della Pergola e S. Maria del Fiore in occasione delle nozze di Ferdinando con Violante Beatrice di Baviera (1689). I tre cantieri ospitarono talenti cristallini come quello di Luca Giordano, costituendo delle vere fucine per il rinnovamento delle tendenze figurative cittadine.

La quarta sezione espone una rassegna degli stili e dei soggetti per i quali il principe nutriva maggiore apprezzamento: vi sono accostate opere di Carlo Dolci, Carlo Loth, Baldassarre Franceschini detto il Volterrano, insieme alle nature morte di Jacopo Ligozzi, Bartolomeo Bimbi, Margherita Caffi, Giacomo Fardella, Michelangelo Pace da Campidoglio.

Nelle sale del museo vasariano, inoltre, è riunito un florilegio dei dipinti che Ferdinando fece rimuovere da chiese perlopiù toscane: spiccano la Madonna delle Arpie di Andrea del Sarto e la Madonna dal collo lungo di Parmigianino (oggi entrambe agli Uffizi).

Franz Werner Tamm_detto Monsù Daprait_Vaso di fiori_Poggio a Caiano_Museo della Natura MortaUna sezione ulteriore è dedicata invece alla ricostruzione del formidabile “Gabinetto delle opere in piccolo di tutti i più celebri pittori”, che Ferdinando allestì nella villa di Poggio a Caiano, raccogliendo lavori di formato ridotto di artisti come Leonardo, Raffaello, Rubens e Dürer.

A completare l’itinerario nelle collezioni principesche, la mostra presenta alcuni tra i migliori esiti della scultura fiorentina del tardo Seicento e i dipinti delle scuole “straniere” acquisite e amate da Ferdinando (Crespi, Cassana, Fumiani, Sebastiano e Marco Ricci, Magnasco e Peruzzini).

Un evento, dunque, assai ricco, capace di attestare con dovizia di esempi i gusti raffinati di uomo coltissimo, e di rappresentare in modo esauriente la primavera artistica che fiorì a Firenze grazie al nobile impegno di Ferdinando.
Francesco Sorce, 24/6/2013

IL GRAN PRINCIPE
FERDINANDO DE' MEDICI (1663 - 1713)
COLLEZIONISTA E MECENATE

Galleria degli Uffizi
25 giugno - 3 novembre 2013




Didascalie immagini
1. Niccolò Cassana, Ritratto del Gran Principe Ferdinando de' Medici, Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina
2. Anton Domenico Gabbiani, Musici e cantanti del Gran Principe Ferdinando con servo moro, Firenze,
    Galleria dell’Accademia (in deposito temporaneo dalla Galleria Palatina di Palazzo Pitti)

3. Livio Mehus, Tarquinio il Superbo, Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina
4. Franz Werner Tamm, detto Monsù Daprait, Vaso di fiori, Poggio a Caiano, Museo della Natura Morta