Da pochi giorni si è svolta sotto l’occhio attento di un pubblico còlto e multiculturale la presentazione dell’interessante volume di
Tiziana Colusso, Torri d’avorio & autori in tour. Writers Houses e Residenze di Scrittura in Europa al tempo della sharing economy (Robin Ed., Torino, 2015). In un viaggio costruito nel tempo,
step by step, scoperta dopo scoperta, l’autrice mostra e rivela al lettore quell’affascinante universo legato al ruolo dello scrittore in uno scenario che, lontano dal mecenatismo di un tempo, dal
Grand Tour tradizionalmente inteso come momento formativo appannaggio dell’élite privilegiata, trova luogo in un’Europa co-abitata e con-divisa, ove la globalizzazione è da intendersi come possibilità, urgenza di comunicare
con e
attraverso l’altro. Gli scrittori, intesi come attori culturali per lo sviluppo sociale, sono i protagonisti di questo affascinante racconto che si dipana in ogni luogo della nostra grande madre Europa, dagli eremi in Grecia alla Lettonia, fino alle vette scandinave per restituire un mosaico quanto mai complesso e stratificato di esperienze globali. Perché si, le torri d’avorio sono ai nostri tempi realtà superate e superabili in favore di una comunanza di esperienze contestualizzate nel nostro tempo storico, che è digitale, virtuale. Condiviso appunto. Attraverso le testimonianze di altri autori, le interviste, le personali impressioni,
Tiziana Colusso recupera il senso di quelli che chiama
itinerari di vita, muovendo
ab origine – dal mecenatismo di Augusto – fino ad approdare alle eccellenze del XX secolo, uno su tutti
Rainer Maria Rilke, sdegnosamente chiuso in un quieto isolamento nel castello di Duino. Nel mezzo, la fioritura delle arti e della cultura nella Firenze rinascimentale della famiglia Medici. Ma oggi che siamo nel XXI secolo un altro tempo e un altro spazio divengono i protagonisti delle umane vicende; quello legato al senso che lo scrittore sa dare alla propria esperienza, interiorizzandola e restituendola agli occhi degli altri filtrata di tutte quelle infinite sfumature che attraversano la mente nel momento più alto del pensiero creativo. L’autrice infatti parla di
sequenza di ore e di giorni che […] consentono di abbandonarsi al ritmo del pensiero ove la durata della scrittura diventa un viaggio. C’è il sentimento emotivo di chi sente il proprio lavoro nascere e svilupparsi e c’è il clima

culturale a fare da sfondo, in location ove l’unico imperativo morale è dato dalla condivisione di tranche di vita con gli altri: il pasto, la lettura, le conversazioni negli spazi comuni. Si comprende come tale caleidoscopio di esperienze umane non sia solo mero vademecum del viaggiatore, quanto piuttosto il voler fissare un’esperienza dettata dalla meraviglia e dalla felicità data dal confronto con culture altre, che resta l’unico passo davvero irrinunciabile per quel
must have tanto di moda nel nostro tempo. Essere
open mind. L’autrice condivide con noi le sue esperienze vissute, aprendo un profondo interrogativo sulle possibili prospettive politiche culturali di sostegno da adottare per tutelare e promuovere la dignità e i diritti di chi si fa portavoce di un immenso bagaglio immateriale; quello sterminato della cultura che affonda in ogni campo artistico. C’è poi la bellezza dello scenario narrato; dal maniero irlandese all’eremo monacale, fino alle lussuose residenze in Germania. Una guida di viaggio per curiosi, turisti ed esperti del settore, aperta con uno sguardo di ampio respiro su usi costumi e avanguardie culturali che caratterizzano i paesi europei, dalle biblioteche digitali alle moderne sale per l’ozio creativo. L’abitare condiviso è il nuovo imperativo dilagante e gli artisti ne sono i principali attori. Tiziana Colusso ci prende per mano e ci guida con la saggezza lucida e pacata di chi ha già oggettivizzato un’emozione attraverso i meandri dell’inusuale bellezza e profonda conoscenza. (Elena Gradini)