Il tema centrale è il continente culla di tutte le civiltà, ma la tragedia etnica delle cronache assume nelle opere in acrilico dell'artista una dimensione gioiosa. Grazie alle cromie calde della Terra, del Cielo e del Sole (nelle
nuances dallo zenit al tramonto) il terzetto della "Sacra famiglia" dalla pelle nera assume la
forza evocatrice del primitivismo d'Africa, la solennità di
mitiche triadi cosmogoniche dall'aurea sacrale totemica e dal
valore archetipico, magico, primordiale e ancestrale: divinità come quelle mesopotamiche del Sole, della Luna e del Cielo, filiazioni della Tellus,
Magna Mat-er Mat-uta (generate dal medesimo etimo).
La teofania degli stilemi dei loro ieratici profili di
divine protomi muliebri da numismatica imperiale, come lapidei bassorilievi di templi egizi, riesce, con la
silhouette delle superfici quasi smaltate dai colori
a plat, a conferire un volumetrico vigore plastico, al contempo carico di
ethos, quanto il segno incisivo ma vigoroso di
Modigliani, tra un
Gauguin intriso del mito del buon selvaggio di Rousseau e un
Picasso incantato dalle maschere africane mostrategli da
Matisse.

Se del primo la pittura di
Maurizio Caruso vagheggia un’utopica
aurea aetas, dove trionfino la Pace e la Giustizia, al secondo rimanda la solare
joie de vivre del corteo familiare, del quale l’artista lascia quasi avvertire gli echi di canti tribali aviti, in sintonia con lo spirito pauperistico e di apertura alle periferie della Chiesa promosso da papa Francesco, nello
spirito di dialogo e confronto tra razze, culture, tradizioni e religioni, di solidarietà tra Nord e Sud di un pianeta globale che cerca di salvare specie umane e animali, ma soprattutto la coscienza e la dignità dell'Uomo.
Antonio Giordano, 20/10/2013
Maurizio Caruso, Africa. La Migrazione
Cappella Farnese, Palazzo D’Accursio, Piazza Maggiore 4
dal 21 al 25 ottobre
orari dalle 9.00 alle 19.00
http://www.festadellastoria.unibo.it/
www.facebook.com/mauriziocaruso