Alla Chie Art Gallery di Milano il nudo in tutte le sue sfaccettature!
fino al
1° Ottobre
a cura
di Francesca CALLIPARI
E’ stata inaugurata martedì 20 settembre presso la
Chie Art Gallery di Milano una collettiva sul tema del nudo dal titolo “Naked – nudo, sensualità e provocazione”, a cura di
Francesca Callipari.
Documentato dalla preistoria sino ai giorni nostri, il nudo è innegabilmente uno dei soggetti più antichi della storia dell’arte e certamente quello più discusso, che svariate volte nel corso del tempo, e in alcuni Paesi ancora oggi, ha dovuto scontrarsi con le concezioni morali delle società in cui si è espresso.
.jpg)
Raffigurare il corpo nella sua nudità viene spesso concepito come mezzo attraverso il quale esprimere concetti legati alla seduzione, all’erotismo, alla fertilità della donna, ma il nudo può anche essere emblema di purezza, libertà, bellezza o semplicemente strumento per comunicare messaggi provocatori.
Attraverso le opere di 10 artisti, italiani e stranieri, accuratamente selezionati, si è voluto così evidenziare in questa interessante esposizione come anche dietro l’immagine, apparentemente semplice e scontata di un corpo si possano celare emozioni, paure, fragilità, sentimenti; un mix di messaggi che ci invitano ad andare oltre il visibile, al di là dell’immagine che ci si prospetta

davanti, perché l’arte è e deve essere soprattutto una fonte inesauribile di riflessione!
La mostra visitabile fino al 1 ottobre tutti i pomeriggi (da lun a sabato) dalle 12 alle 19 si compone delle opere di artisti estremamente differenti tra loro

sia per tecnica che per contenuti.
Tra questi colpiscono le opere della libanese
Camelia Rostom, che nei tre nudi proposti mostra uno stile originale in cui la rappresentazione del corpo nudo viene utilizzata per veicolare messaggi e sensazioni differenti, trasmessi mediante vivaci cromatismi e un notevole impatto visivo; i nudi “materici” di
Carlo Ferreri, nei quali i corpi quasi bloccati sulla tela, vengono raffigurati in dettaglio, attraverso colori pastosi e inquadrature ravvicinate, simulando in tal senso l’effetto fotografico; e i nudi “fiabeschi” di
Laura Lepore, nei quali se da una parte si tende ad evidenziare la sensualità del corpo femminile, dall’altra il nudo assurge ad emblema di purezza e innocenza dell’animo umano.
Non meno rilevanti le opere di
Alessandra Lugli, una delle quali scelta come immagine di copertina dell’evento, nelle quali si riscontra l’uso di colori molto forti e accesi e una notevole fluidità dei corpi che rendono queste opere estremamente efficaci a livello visivo e dal tratto molto moderno; le sculture in carta e polistirolo di
Marco Ginosa, che si contraddistinguono

non soltanto per la particolarità dei materiali adoperati ma anche per la qualità tecnica ed il potente impatto visivo ed i nudi sensuali di T
ino Cavagnoli, contraddistinti un’aura quasi magico-spirituale, acuita dal modo in cui la luce ricade sui corpi, che rende ancor più potente l’impatto di queste opere sull’osservatore.
Coinvolgenti le opere dell’artista giapponese
Yu Kuramitsu: due opere ad olio in cui il nudo sfumato, quasi impercettibile, lascia il posto alla raffigurazione simbolica dell’anima; vita che

sottoforma di luce, unita al chiarore del corpo nudo, viene offerta allo spettatore in una sorta di dialogo spirituale.Al chiarore e alla brillantezza di queste si contrappongono le opere di
Emanuela Camusi, nelle quali corpi femminili emergono lentamente dalle tenebre evidenziando, attraverso passaggi chiaroscurali, la bellezza della donna nelle sue sinuose forme.

Infine, degni di nota sono certamente i tre nudi proposti dall’artista russa
Natalia Repina, nei quali ad una particolare plasticità dei corpi si associa una forte capacità introspettiva oltre che un eccellente qualità tecnica ed ottima padronanza del disegno.
Da non dimenticare poi Laura
Porceddu, che propone in questa mostra tre disegni, nei quali sebbene si palesi un grafismo apparentemente semplice, si rileva in realtà una grande conoscenza dell’arte e in particolare dei disegni di nudo di grandi maestri come
Picasso e in special modo Egon Schiele, di cui queste opere sembrano rievocare lo stesso tratto sinuoso e astratto.
Un’esposizione senza dubbio da vedere, avendo così la possibilità di avere una visione più ampia del complesso tema del nudo nell’arte e delle differenti concezioni esistenti circa questa tematica in diversi contesti culturali.
22 / 9 / 2016