Sandro Botticelli
alias Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi è il più ricercato su Instagram, tanto che potrebbe meritarsi l’appellativo di
influencer del Rinascimento.
Un perfezionista e tormentato professionista del disegno (molti suoi “pentimenti” sono stati messi in luce dai raggi x diagnostici), quasi un orafo nel dipingere per la cura del dettaglio, maestro di un drappeggio lambito da ornamenti, pizzi e ricami.
Definito dallo storiografo Vasari “sofistico”, ha dipinto di tutto ed è il più riprodotto in cataloghi d’arte, cartoline, poster, magneti da frigo. Sue le Madonne riflessive dallo sguardo fisso e velatamente maliconico, i bambini che nonostante la tenera età sono protettivi, seriosi e “pensatori”, i ritratti di baldi nobili, gli angeli dai lineamenti perfetti, le figure mitologiche piene di grazia ed avvenenza (Pallade che doma il centauro - con un dito – 1482/1483), le teste decapitate portate come ceste di frutta sopra teste di donzelle (come quella di Giuditta) e le allegorie delle stagioni orchestrate dalla ninfa Ore (basti pensare alla Primavera, 1470-1480 c.ca, alla Allegoria di Primavera, 1481-82 e alla Nascita di Venere, 1484, dipinti eleganti e
chic, che per i fiori pullulanti potrebbero essere i
testimonial dei profumi di Kenzo e in cui le figure ritratte camminano come sospese, in punta di piedi, tre metri sopra il cielo).
Dopo aver spopolato sui social, non ci stupisce quindi che ora un suo dipinto abbia “sbaragliato” i colleghi del ‘500 ad un’asta della casa inglese Sotheby’s (ad eccezione del Salvator Mundi di Leonardo da Vinci, che rimane per il momento imbattuto, essendo stato venduto per oltre 450 milioni di dollari nel 2013).
L’opera si classifica così seconda, facendo slittare di un gradino un quadro di Peter Paul Rubens venduto nel 2002 da Sotheby’s per 76,5 milioni di dollari.
Il dipinto dal titolo “Ritratto di giovane con tondo di santo” (fig. 1), che si aggiudica la medaglia d’argento sul podio, fu realizzato intorno al 1480 circa a Firenze durante la signoria di Lorenzo il Magnifico e ritrae a mezzo busto un giovane e nobile fiorentino dall’identità misteriosa (forse un membro della famiglia Medici, ovvero i mecenati di Botticelli).

Negli ultimi anni la tela è stata esposta in grandi musei come il MNY, la NG di Londra e la NG di Washington (non dimentichiamoci che la Galleria degli Uffizi di Firenze custodisce una ventina di opere autografe del pittore) e di recente il ritratto è stato di scena nelle mostre dedicate a Botticelli alla Royal Academy di Londra e alla NG di Washington.
Ora per 92 milioni e 184 dollari (incluse le commissioni) il dipinto si aggiudica un secondo posto d’onore tra quelle antiche con uno dei valori più alto battuti in una compravendita.
La base d’asta è stata di 70 milioni di dollari e si è svolta attraverso una vendita telefonica “lampo” con un’acquirente londinese misterioso.
Il precedente record dei quadri botticelliani è stato di 10,4 milioni di dollari, fissato dalla reverenziale Madonna col Bambino e San Giovannino Battista ribattezzata “The Rockefeller Madonna” aggiudicata da Christie’s nel Gennaio 2013 a New York.
Nella
top ten generale, che include anche i quadri moderni, al secondo posto troviamo invece “Le donne di Algeri” di Pablo Picasso realizzato nel 1955 e venduto per 179,4 milioni di dollari da Christie’s nel 2015. A seguire in classifica due nudi di Amedeo Modigliani, i tre studi su Lucian Freud di Francis Bacon, i paesaggi a china del cinese Qi Baishi, l’Urlo di Munch, la fanciulla con cesto di fiori sempre di Picasso, i Covoni di Monet e al decimo posto “Untitled” del 1982 di Basquiat venduto all’asta a Manhattan da Sotheby’s nel 2017 per 110,5 milioni di dollari.

La coincidenza vuole che un altro ritratto chiuda questa classifica.
Rispetto alla tela del Botticelli qui troviamo però rappresentato un volto dai tratti
black&borderline, che contrastano con l’azzurro ceruleo dello sfondo e che estrinseca uno stato d’animo spaesato e teso: a denti stretti cerca di dare forma e ordine alla sua inquietudine, giocando la sua partita con la vita (tris). Siamo nelle mani del caos e del caso e non certo di Dio (come accade invece nel tondo di raffigurazione ermetica del pittore rinascimentale).
Le identità enigmatiche non sono una novità nella produzione del Botticelli.
Infatti anche nel Ritratto d’uomo con medaglia di Cosimo dei Medici il Vecchio (1475) (fig. 2) vi sono dei dubbi, su chi sia la figura rappresentata (Piero figlio di Cosimo? Sandro fratello del Botticelli? O autoritratto del Botticelli stesso?).
Quello che è certo è che la plasticità del volto è ispiratrice dei tempi moderni, in quanto “lempickiana”.
Possiamo percepire anche un
fil rouge ossia la ricerca di un dialogo diretto con l’osservatore attraverso la gestualità e lo sguardo: il giovane sembra infatti voler dire con un fiero accenno di sorriso“giocondiano”: “Guardate qui cos’ho tra le mani”.
I tempi rispecchiavano ciò, in quanto erano quelli della “felicidade, beltade ed amor”, in cui si “navigava nell’oro” e Sandro era inseritissimo nel
business di coloro che contavano nel Quattrocento, ossia la famiglia dei Medici (per questo venivano ritratti nobili, benefattori, potenti con l’anello, figure di Chiesa, personaggi mondani); ormai è lontano il periodo oscuro del Medioevo.
C’è però un “ma”, che adombra questa storia di prosperità: il pittore venne “ammonito” dal Vasari di non saper gestire le ricchezze derivanti dal proprio lavoro e la sua situazione economica non prese infatti nel tempo la piega giusta (a differenza dei personaggi dei suoi dipinti impeccabilmente boccolosi, che sembravano esser appena usciti dall’
hair stylist). Botticelli cadde così in vecchiaia inevitabilmente in povertà.
Ma torniamo ora al tondo protagonista di questa fortunata asta.
La sua compostezza è tipica fiamminga (anche per la posizione inedita nel ritrarre di profilo e di tre quarti). Il fondo è neutro o anche detto monocromo, a differenza del Ritratto con medaglia, in cui vi è un’ambientazione più realistica, attraverso l’uso di una architettura o del paesaggio, come in questo caso.
Da notare che il tondo di santo del Botticelli è tenuto da una mano, che “sborda” dal dipinto: questo dettaglio potrebbe aver ispirato successivamente anche i soggetti dei quadri di Caravaggio (come ad esempio la Canestra di frutta, 1594/1598 c.irca e San Matteo e l’angelo, 1602).
Cos’altro aggiungere? Beh sicuramente che la bellezza eterea del giovane non ha...prezzo.
Indossa una tunica
black minimal e come il tondo sembra porsi in tridimensione rispetto allo sfondo. Questo rafforza il desiderio di porgersi verso lo spettatore.
E’ un quadro, che trasmette serenità ed è ap…pagante per l’anima.
Per questo i dipinti del Botticelli sono sempre stati ripagati con la stessa moneta per la loro pregevolezza (le figure ritratte sono davvero dei bei…fiorini!) e questo risultato d’asta non può che testmoniare il notevole valore economico, che in tutto il mondo viene oggi riconosciuto alle opere del pittore rinascimentale.
Del resto si sa, quando si parla di vendite, l’arte è da sempre a tutto tondo e a maggior ragione in questo caso!
Maria Cristina Bibbi
febbraio 2021