Si annuncia come un ritrovamento destinato a segnare un vero e proprio spartiacque nell’intera cronologia delle opere del genio di
Correggio quello effettuato dalla Prof.ssa M. Cristina Chiusa, una studiosa di fama internazionale tra le più importanti conoscitrici di Antonio Allegri, oltre che del Parmigianino, dello Zanguidi ed in genere della pittura manierista emiliana, autrice di numerose pubblicazioni tradotte in varie lingue. L’abbiamo incontrata a Roma , impegnata per qualche giorno negli archivi e nelle biblioteche della Capitale, per un’anticipazione del testo inedito che verrà inserito negli Atti del Convegno “Benedettini d’Europa. Antiche committenze, restauri, nuove funzioni” tenutosi a Modena il 20 e 21 maggio scorsi
D-
Di che cosa si tratta Professoressa Chiusa?
R- Si tratta precisamente di
una lettera scritta da Correggio, datata 20 luglio 1519, da Parma ed indirizzata al monastero di Praglia
a padre Gerolamo da Monferrato, grande eminenza della
Congregazione benedettino-cassinese. In questa lettera autografa, della quale qui anticipo molto in breve il contenuto,
Correggio dice di essere a Parma e fa dichiarazioni molto interessanti sulla sua operosità nella
chiesa di San Giovanni Evangelista, precisamente nella cupola, oltre ad altre importanti osservazioni.
D-
Perché questa missiva è così importante ?
R- Perché conferma quello che già ipotizzavo, vale a dire
la figura di Correggio come pittore “benedettino”, un aspetto di estrema rilevanza nella determinazione della sua arte, e che non si limita alla committenza benedettina, nello specifico a Parma, prima presso il
monastero di San Paolo e
nell’abbazia di San Giovanni Evangelista, ma rientra proprio nello spirito e nell’animo benedettino dell’artista, come già anticipavo in occasione del recente convegno svoltosi a Modena nel maggio scorso. Questa lettera che ha parole ricche di sentimento, e in specie di sentimento benedettino, viene a confermarlo pienamente.

D-
Dunque siamo di fronte ad un artista di grande spiritualità del tutto particolare ; le chiedo se questo sia legato a qualche particolare contingenza, dal momento che siamo ancora lontani dal Concilio di Trento, dal periodo delle lotte religiose; è vero che Lutero due anni prima aveva affisso le sue note 95 tesi teologiche a Wittenberg, però non c’è ancora sentore di battaglie religiose; come si spiega allora questo afflato così profondo da parte dell’artista emiliano?
R- Io
ritengo che Antonio Allegri avesse una precisa fisionomia religiosa; in effetti nel corso della sua attività si era relazionato ad altri ordini religiosi oltre a quello dei benedettini ; ricordo inoltre che la
Congregazione benedettino-cassinese di cui
Gerolamo da Monferrato, il destinatario della lettera dell’artista, fu presidente, costituiva un punto di riferimento per l’ordine benedettino italiano ed europeo; si trattava di un importante centro propulsivo religioso e culturale ed è chiaro che lo spirito dell’ordine influenzasse profondamente l’attività artistica del pittore. Mi pare però di poter negare che questo possa essere legato in qualche modo all’incipiente affermazione dei temi della riforma luterana.
D-
Questa scoperta rimette in discussione diversi punti ritenuti acquisiti, soprattutto per quanto concerne la cronologia di alcune opere dell’artista che mi pare vada revisionata; è così?
R- Certamente;
Correggio dichiara in questa lettera autografa (autenticata da un esperto dell’Ottocento ) che nel 1519 aveva già svolto alcune operazioni pittoriche –che però ora non vi posso anticipare-; si tratta di una datazione molto precoce sulla base della quale si dovranno per forza rivedere molte posizioni precedenti.
D-
Queste retrodatazioni comporteranno conseguenze, cioè ‘revisioni’ per così dire anche nel resto dell’area lombarda (l’intera zona dell’Emila com’è noto, era classificata allora come Lombardia, insieme alla Lombardia vera e propria. ndA) ? Cioè, dobbiamo credere che Correggio avesse prima di quanto si pensasse improntato della sua arte e dei suoi modi tutta quell’area?
R-
Correggio è determinante da subito, tanto che proprio fra il secondo e il terzo decennio del Cinquecento assistiamo alla nascita di quelli che a mio parere sono i suoi grandi capolavori, cioè gli affreschi di Parma, la decorazione della
Camera della Badessa al convento paolino, e di
San
Giovanni, cui sarebbe seguita a stretto giro quella della
cupola di Santa Maria Assunta; opere di straordinario valore per l’intera storia dell’arte.
D.
Lei è tra coloro che ritengono che Correggio abbia effettuato il viaggio di studio a Roma, un’idea che non è unanimemente condivisa dagli studiosi; ecco, con questo importante ritrovamento documentario si può ritenere che quell’idea si rafforzi, oppure si tratta di questioni diverse, non interdipendenti ?
R- Il soggiorno romano per me non è un’idea ma una certezza come già aveva visto molto bene
Roberto Longhi; magari si potrebbe addirittura anticipare non più intorno al 1518-19 ma a qualche anno prima, come del resto ha già ipotizzato qualche studioso; ma credo che il nuovo documento sia sotto questo profilo ininfluente.
D-
Può spiegare, per concludere, ai nostri lettori ed agli amanti delle belle arti –naturalmente per quello che le è possibile- come è giunta a scoprire questo inedito documento autografo di Correggio ?
R- Volentieri, e ne approfitto per ringraziare
David Ekserdijan il quale, in un incontro di un paio di mesi or sono mi segnalava uno studio di
Andrea Muzzi (si tratta di uno storico dell’arte, ora Soprintendente di Pisa, ndA) in cui si faceva cenno ad una ‘nuova’ lettera di Correggio; le mie ricerche sono partite proprio da lì, da una nota inserita nell’articolo di Muzzi, ospitato nel catalogo della mostra su Correggio fatta a Parma nel 2008. Fortunatamente la mia ricerca ha avuto buon esito, anche grazie alla generosa e preziosa collaborazione dell’amico Giuseppe Bertini che mi ha messo in contatto con la dott.ssa
Elena Soboleva e quindi con i responsabili del
l’Archivio storico dell’Accademia delle Arti e delle Scienze di San Pietroburgo.
D. A quando la pubblicazione ?
R- La consegna dei testi è prevista dai curatori,
Sonia Cavicchioli e
Vincenzo Vandelli, in forma tassativa per la fine di luglio; la pubblicazione invece credo sia prevista per il prossimo autunno .