Il dipinto fu menzionato da
Alfonso Pérez Sànchez, che lo vide in fotografia alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso mettendolo in relazione con una composizione in tutto simile conservata presso il Kunsthistorisches Museum di Vienna (fig. 2). Lo storico d’arte spagnolo, mancato nel 2010, che fu grande conoscitore della pittura italiana e spagnola del ‘600, sostenne che potesse trattarsi di
un’opera originale di Orazio Gentileschi. Dalla foto che qui si pubblica emerge una qualità dell’opera poco discutibile e riconducibile con buona certezza proprio a Orazio.

Il pittore, padre di Artemisia, nacque a Pisa nel luglio del 1563 e fu figlio d’arte. Il padre Giovan Battista Lomi era un orefice fiorentino che si trasferì presto nella vicina città toscana. Orazio, che prese il cognome Gentileschi dalla madre, si trasferì a Roma all’età di ventiquattro anni e incominciò la carriera di pittore manierista come decoratore e pittore di affreschi nell’età di Papa Sisto V, fervida di cantieri artistici.
Nella sua attività romana collaborò a più riprese con
Agostino Tassi, specialista nella pittura di prospettiva,
partnership che s’incrinò, com’è noto, a seguito dalla querela presentata da Orazio per lo stupro della figlia Artemisia da parte del collega.
Nel 1626, dopo aver girovagato tra Marche, Liguria, Toscana e Francia, Orazio sbarcò a Londra, dove giunse su invito del duca di Buckingham e dove rimase sino alla morte avvenuta nel 1639. A Roma il pittore toscano ebbe nel 1600
l’incontro cruciale con Caravaggio, da cui sarebbe rimasto profondamente influenzato, trasformandosi da pittore manierista di buon livello ma piuttosto ordinario in un raffinato caravaggesco, capace di un utilizzo di luci e figure particolarmente sapiente.
La
Maddalena posta in vendita a Madrid - senza troppa convinzione attributiva, attesa la valutazione € 6.000, irrisoria per un pittore del calibro di Orazio Gentileschi - è a mio avviso da annoverare tra le opere romane e quindi da datare entro il 1612. Il soggetto della santa fu affrontato più volte dal Gentileschi nella propria carriera. La versione qui presentata è una variante analoga per qualità e composizione della ben nota
Maddalena penitente del Kunsthistoriches Museum di Vienna (cm. 163x208).

Orazio utilizza la medesima modella per entrambe le opere impiegando gli stessi colori, attributi e panneggi. Nella versione di Madrid il piede della santa appare perfino di maggiore qualità, nonostante il dipinto sia da restaurare dalle vernici ossidate, e non mancano altre parti in cui il livello del dipinto madrileno si direbbe superiore a quello viennese. Un’altra versione, pure autografa e vicinissima alle altre due, si trova in collezione privata a New York (cm. 149,5x183, fig. 3): il confronto della tela americana (datata significativamente 1622-1623) con quella madrilena mette in evidenza il più accentuato naturalismo di quest’ultima, in linea col caravaggismo dell’Orazio Gentileschi romano tra primo e secondo decennio del Seicento.
Senza voler avanzare un’attribuzione
tout court, con questa presentazione mi limito a comunicare la mia impressione
de visu, che tra pochi giorni il mercato, attraverso la cifra di aggiudicazione, potrà o meno confermare.
Renato Di Tomasi, 18/06/2014