questa è una delle più celebri frasi di Vincent Van Gogh, che può essere considerata a buon diritto il suo manifesto artistico, proiettata sugli schermi dell’affascinante mostra multimediale intitolata Van Gogh Alive- The Experience, dedicata al pittore olandese al Palazzo degli Esami di Roma dal 25 ottobre 2016 al 26 marzo 2017.
In un magico intreccio in perenne movimento tra il cromatismo dei dipinti e la musica senza tempo di Bach, Beethoven, Mozart e Händel, questa originalissima mostra punta alla conquista dei cuori e delle menti non solo di appassionati ed esperti d’arte ma di quelli del vasto pubblico formato famiglia grazie anche alla presenza di laboratori di pittura, scultura, fotografia e workshop.
Secondo quanto sostiene Rob Kirk, curatore per Grande Exhibitions, il visitatore ‘’diventa così un tutt’uno con le 3.000 immagini che si animano e con le pareti, le colonne, i soffitti e i pavimenti che si muovono grazie all’innovativa tecnologia video. Si tratta di un sistema multimediale unico (la tecnologia SENSORY4™), sviluppato da Grande Exhibitions, che armonizza motion graphic multicanale, suono surround di qualità cinematografica, con oltre 40 proiettori ad alta definizione per fornire immagini dettagliate e particolari in primo piano.”.
Ad accogliere lo spettatore vi è una riproduzione di eccezionale realismo della La stanza di Vincent ad Arles, opera realizzata da Van Gogh nel 1888 e oggi conservata al Van Gogh Museum di Amsterdam.
Dunque, una full immersion nelle 800 opere realizzate da Van Gogh tra il 1880 al 1890 (senza tralasciare i vari schizzi incompiuti e gli appunti probabilmente finalizzati all’imitazione di disegni artisti di provenienza giapponese), alternate alle affermazioni più significative del carteggio epistolare tra lui e suo fratello minore, il mercante d'arte Theo Van Gogh.
Ma non solo, il percorso artistico di Van Gogh si sviluppa attraverso le molteplici tappe geografiche che hanno caratterizzato la sua vita e che hanno influenzato in misura notevole la sua produzione artistica: da Zundert, suo paese natale sito in Olanda, passando per L’Aia a Parigi e Londra, fino alle località del Nord Europa Nuenen, Anversa, Arles, Saint-Rémy-de-Provence e Auvers-sur-Oise.
Da qui, lo spettatore proverà stupore e meraviglia nel veder “esplodere” dalla parete gli sgargianti e variegati colori di paesaggi, nature morte di fiori, dipinti con cipressi rappresentazione di campi di grano e girasoli. Specchio dei numerosi mali, soprattutto a livello psicologico, che lo hanno afflitto durante il corso della sua intensa esistenza artistica, Van Gogh ritrae spesso se stesso e i personaggi in cui si è imbattuto quotidianamente nelle diverse fasi della vita facendo emergere l’autenticità piena dell’io interiore, fatta di vibranti e vivaci contrasti.
Inoltre, la mostra offrirà ai visitatori anche la preziosa opportunità di conoscere lo storico Palazzo degli esami, perla d’inizio ‘900 collocata al centro di Trastevere, che, dopo circa un ventennio, riapre le sue porte al pubblico, anche se solo temporaneamente.
Quindi, una mostra che consente di scoprire il maestro olandese in maniera dinamica e avvincente, in un’atmosfera quasi onirica percepibile dai dipinti, come le famose notti stellate, che ha fatto affermare a Van Gogh (e poi, sulla sua scia, anche a noi): “Non so nulla con certezza, ma la vista delle stelle mi fa sognare”.
di
Rosella VERDOLOTTI