Il primo aspetto è esemplificato dal
Trono di San Pietro, imponente macchina decorativa in marmo di Carrara pienamente riconducibile al gusto tardo-barocco, ideato da
Vanvitelli per la Basilica Vaticana e realizzato sotto la direzione di
Carlo Marchionni, suo successore nella carica di
Primo Architetto della Fabbrica di San Pietro. Il trono, commissionato da Benedetto XIV nel 1754, venne rifiutato per il carattere troppo esuberante a confronto con la celebre statua bronzea attribuita ad
Arnolfo di Cambio che era destinato ad accogliere. Ispirato alla
Cattedra del Bernini, venne sostituito nel 1757 con quello attuale, assai più semplice ma molto meno fantasioso. Rimasto per due secoli in deposito, dagli anni ’60 del Novecento il trono è collocato nella chiesa di San Pietro a San Pietro in Palazzi, presso Cecina. In mostra è presentato il
bellissimo modello in terracotta e stucco dorato conservato presso la Fabbrica di San Pietro.

Viene poi esposto il
Ritratto di Gaspar van Wittel, padre di Luigi e celeberrimo vedutista,
unico ritratto conosciuto dipinto dall’architetto, in prestito dall’Accademia Nazionale di San Luca.
Un altro aspetto testimoniato dalla mostra attraverso un nucleo di lettere provenienti dall’archivio della Reggia di Caserta è
la passione e la competenza musicale di Vanvitelli. Fra le rarità vanvitelliane anche la maschera mortuaria dell’artista, conservata nei depositi della Reggia.
Presenti, inoltre, dipinti di alcuni degli artisti da lui maggiormente stimati e che in varie occasioni furono suoi collaboratori. Sappiamo come Vanvitelli riservasse cauti apprezzamenti ai pittori napoletani, a suo parere esageratamente condizionati dall’imperante gusto giordanesco e solimenesco, preferendo artisti che, al di là dei natali, erano piuttosto riconducibili ai caratteri stilistici della scuola romana:
Sebastiano Conca, in primo luogo (figg. 1.2), e poi
Corrado Giaquinto (fig. 3), tra i protagonisti della pittura rococò europea, trasferitosi a Napoli dopo il soggiorno in Spagna come Primo Pittore di Corte del Re.
Nel filone classicista degli artisti stimati o attivi a fianco di Vanvitelli, vanno annoverati Pompeo Batoni e Anton Raphael Mengs, sulle qualità del quale l’architetto, dopo iniziali titubanze, ebbe a ricredersi anche grazie al comune amico Winckelmann.
_ Caserta, Palazzo Reale.jpg)
Tra i dipinti presenti in mostra si segnalano il
Ritratto di Clemente XIII di
Mengs, capolavoro della ritrattistica papale, il
Ritratto del principe Guglielmo Ruffo in veste di Gran Camerario del Regno di Napoli di
Francesco De Mura, prestato dal principe Ruffo di Calabria, il
Ritratto del Vanvitelli di
Giacinto Diano, due frammenti del quadro con la
Natività di
Sebastiano Conca, distrutto nei bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale dalla Cappella Palatina della Reggia di Caserta, oltre a dipinti di
Batoni (fig. 4),
Pozzi, Giaquinto e modelli per gli arazzi destinati alla camera da letto di Ferdinando IV e Maria Carolina nel Palazzo Reale di Napoli.
Chiude la mostra un singolare
Ritratto allegorico di Carlo III di Borbone di
Lorenzo Gramiccia, proveniente da Palazzo Chigi in Ariccia.
24/02/2014
VANVITELLI SEGRETO.
I suoi pittori tra Conca e Giaquinto e la “Cathedra Petri”
Reggia di Caserta
5 marzo – 31 ottobre 2014
Progetto mostra:
Vega de Martini, Direttore della Reggia di Caserta
Francesco Petrucci, Conservatore Palazzo Chigi in Ariccia
Orario:
8:30 - 19:30 - Chiuso il martedì
Biglietti:
appartamenti storici + mostra + parco 14 €
appartamenti storici + mostre 11 €
INFO:
+39 0823 448084
http://www.reggiadicaserta.beniculturali.it/
www.centroeuropeoturismo.it