
La mostra che dall’11 ottobre la Galleria Il Ponte dedica a Gianfranco Baruchello (ideata da Mauro Panzera, da poco scomparso) presenta ventiquattro opere eseguite fra il 1962 e il 1978, un periodo cruciale per l’artista, nel corso del quale le sue ricerche formali e concettuali approdano a una compiuta definizione linguistica.

Attraverso il principio della miniaturizzazione,
Baruchello giunge in quegli anni alla definizione di un suo originale microcosmo poetico, tanto libero quanto rigoroso, in cui una molteplicità di elementi sezionati, ricostruiti e giustapposti sono resi con chirurgica precisione su fondali bianchi. L’artista mette a punto una
rappresentazione ironica e surreale, che nega centralità, simmetria, ordine e consequenzialità del racconto per immagini, rendendo
impraticabile e priva di senso la visione d’insieme (un po' come accade con i densi
patterns delle grottesche cinquecentesche) e accrescendo nel riguardante la
sensazione d’indeterminatezza e inafferrabilità della composizione.
Per dirla con
Bonito Oliva - curatore con
Carla Subrizi della grande retrospettiva ospitata dalla GNAM nel 2011,
Baruchello. Certe idee -, questa miniaturizzazione dell'immagine è “...frutto di una dialettica fra enciclopedia e anarchia, spirito cartesiano e duchampiano, tentativo di sistemazione e impossibilità a realizzarlo. Il mondo si può assemblare attraverso dettagli che però non possono restituirci unità e totalità...”.
Gianfranco Baruchello nasce a Livorno nel 1924. Dopo la laurea in Giurisprudenza, nel 1959 decide di dedicarsi interamente alla produzione artistica. Dal 1962 dipinge grandi tele con superfici bianche, attraversate da poche tracce o forme incerte, segni, linee, parole. Nel 1962 partecipa alla mostra collettiva New Realists organizzata da Pierre Restany alla Sidney Janis Gallery di New York. Il 1963 è l’anno del suo primo film, Il grado zero del paesaggio, e della prima personale alla Galleria La Tartaruga di Roma, in cui fa la sua apparizione la pittura miniaturizzata su grandi superfici bianche, costituita da segni, lettere, disegni, con rimandi a simboli della società consumistica e televisiva. Sono di questi anni i primi plexiglass e i primi oggetti di legno apribili dipinti e disegnati all'interno.
Tra il 1965 e il 1968 pubblica i libri Mi viene in mente, La Quindicesima riga, Avventure nell'armadio di plexiglass. Nei primi anni '70 si cimenta negli esperimenti con l'immagine elettronica, crea oggetti-assemblaggi come scatole-vetrina in cui sono adoperati allo stesso tempo diversi elementi, dagli oggetti trovati ai ritagli. Dal 1973 si trasferisce in campagna e dà vita all'operazione Agricola Cornelia S.p.A., una azienda agricola a tutti gli effetti alla quale viene però impresso anche un valore estetico e politico. Tale operazione porterà nei primi anni '80 ad una serie di opere e a due libri: Agricola Cornelia S.p.a. 1973-1981, catalogo di una mostra alla Galleria Milano di Carla Pellegrini, e How to imagine scritto con Henry Martin (1983).
In questi anni si cimenta in lavori sui temi della casa e dell'abitare: modellini di case, piante di stanze cominciano a popolare i suoi allumini, disegni e oggetti. Nel 1985 avvia il progetto di uno spazio-giardino, cui si lega una serie di tele che ha per tema la riflessione sul giardino come luogo dove liberare pensiero ed emozioni. Al 1988 risale la sua partecipazione con una sala personale alla XLIII Esposizione Internazionale d'Arte La Biennale di Venezia, a cura di Giovanni Carandente. Nel 1990 partecipa nuovamente alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale romana (Roma anni '60. Al di là della pittura, a cura di Maurizio Calvesi). Nel 1997 viene inaugurato il nuovo Studio-Atelier presso Viterbo, con una mostra sul tema dello studio, del Giardino e del Bosco. Nel 1998 nasce la Fondazione Baruchello. Incessante l’attività espositiva con personali e partecipazioni a collettive in Italia e in Europa: Galerie Meert Rihoux, Bruxelles (2004); Galleria Civica, Pop Art Italia 1958-1968, Modena, Galleria Hasenclever, Monaco (2005); MACRO, La Collezione: opere scelte, Roma (2006); Moderna Museet, Time & Place - Milano - Torino, Stoccolma (2008); Galleria Michael Janssen, Berlino (2009). Tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012, a cura di Achille Bonito Oliva, alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma viene presentata la mostra antologica Certe idee. E' invitato a dOCUMENTA. Nel 2013 partecipa al progetto espositivo Vice versa per il Padiglione Italia, curato da Bartolomeo Pietromarchi alla 55^ Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.
(Lu.Bo., 09/10/2013)
1962 - 1978 ventiquattro opere di Gianfranco Baruchello
ideazione di MAURO PANZERA, a cura di ANDREA ALIBRANDI
11 ottobre 2013 - 31 gennaio 2014
Galleria Il Ponte
via di Mezzo, 42/b – 50121 Firenze
orario: lunedì / venerdì 15.00 - 19.00
sabato su appuntamento, chiuso i festivi
Telefono: (+39) 055-240617
info@galleriailponte.com - http://www.galleriailponte.com