Pontecagnano, tomba 4461, maschera equina in bronzoIl Progetto scientifico
Il Progetto della Mostra intende esaminare congiuntamente, nei limiti temporali e spaziali dettati da una piccola mostra-cammeo, le vicende storico-archeologiche e la produzione artistica degli Etruschi dell’Etruria propriamente detta (e specialmente del Populus di Vetulonia), da un lato, e delle comunità di Etruschi “fuori d’Etruria”
, dall’altro. Queste ultime, costituendo delle vere e proprie “enclaves”, si svilupparono sin dagli inizi dell’età del Ferro (I millennio a.C.) in area campana a continuo contatto con le popolazioni italiche indigene, nel quadro di un costante processo di osmosi e contaminazione che investe l’identità e i tratti peculiari di popolazioni differenti, contraddistinte, nel rituale funerario, rispettivamente dal rito della cremazione e dell’inumazione.

Scopi primari della ricerca, che ne identificano i due binari principali, si rivelano quindi, da una parte, analizzare da un punto di osservazione privilegiata (costituito dal periodo storico che comprende la facies villanoviana e quella orientalizzante) i lineamenti di sviluppo culturale delle principali “enclaves“ villanoviane in Campania: Capua, a nord, Pontecagnano, a sud, e quegli “Etruschi di frontiera” che dettero vita alla comunità di Sala Consilina, cercando di evidenziarne il reciproco apporto ed influsso; dall’altra, seguire le tappe evolutive in parallelo - nel corso della loro storia sociale, politica, economica ed artistica - degli Etruschi d’Etruria e di quelli di Campania, questi ultimi divenuti, in virtù della loro natura composita dettata dalle influenze delle culture indigene, l’interlocutore privilegiato delle popolazioni italiche dell’estremo sud della Penisola.

Cardiophylax (giustacuore) in bronzo dal Circolo delle Sfingi di Vetulonia_JPGRiproduzione grafica del cardiophylax bronzeo dal Circolo delle Sfingi di Vetulonia_JPGA completamento necessario dell’analisi, si pone l’obiettivo di esaminare le ripercussioni d’ordine ideologico e culturale del modello greco ed orientale nelle comunità etrusche sorte all’interno ed all’esterno dei confini d’Etruria, nelle due fasce temporali che precedono o seguono la fondazione delle colonie greche sul litorale tirrenico, Pithecusae (l'odierna Ischia) e Cuma. Contemporaneamente sorge l’esigenza di analizzare l’inserimento delle comunità etrusche ed etrusco-campane nel complesso sistema di traffici commerciali che investe l’intero bacino tirrenico.

Il percorso della Mostra si conclude con una sezione epigrafica che presenta un panorama concentrato ma coerente ed esaustivo delle testimonianze ad oggi note, atto a rappresentare la vitalità e la forza dell’etruscità campana in età arcaica e che, accanto ad alcuni elementi di decorazione architettonica templare in terracotta appartenenti al medesimo orizzonte temporale, racchiude e rivela il significato più profondo di una siffatta etruscità all’epoca dell’ormai consolidata realtà urbana.

collana in ambra con pendenti a scimmietta e a figura femminile dal Circolo dei Monili di Vetulonia_JPGI punti luce del percorso
Assunti a simbolo e logo della Mostra 2013, il prometapidion (facciale equino, fig. 1) da Pontecagnano e il cardiophylax (proteggi-cuore, figg. 2-3) da Vetulonia rappresentano due manufatti artigianali assolutamente unici ed originali, atti a provare l’altissimo livello stilistico e formale raggiunto nella lavorazione del bronzo dalle maestranze etrusche, e specialmente da quelle vetuloniesi.
La stupefacente maschera equina in bronzo, decorata con scene figurate (caccia umana ed animale) sbalzate a rilievo nella lamina metallica, divenuta l’oggetto rappresentativo dell’esposizione permanente del Museo Archeologico di Pontecagnano, abbandona dopo tredici anni la sua sede museale approdando per la prima volta in mostra in un museo toscano. Il cosiddetto “disco” dalla tomba a Circolo delle Sfingi di Vetulonia, recuperato da Isidoro Falchi sul petto dell’inumato, ornato con animali reali e fantastici (leoni e sfingi) presi in prestito dal repertorio figurativo caratteristico del periodo orientalizzante (VII secolo a.C.), viene esposto per la prima volta a Vetulonia dalla data del suo rinvenimento (1900) e ricostruito in una forma diversa da quella tradizionale. Due delle tre coppe fenicie in bronzo ornate a sbalzo con fregi animali ad oggi rinvenute nella Penisola Italiana, provenienti da Vetulonia-Poggio alla Guardia, e da Montevetrano-Boscariello (SA), sono esposte per la prima volta insieme.

vaghi di collana in pasta vitrea blu e gialla dal Circolo di Bes di Vetulonia_JPGI sontuosi pendagli bronzei recuperati in numero assai cospicuo nella tomba a Circolo del Tridente di Vetulonia, solitamente attribuiti alla decorazione della biga del Principe Guerriero defunto, fanno bella mostra di sé sui finimenti equini appositamente ricostruiti per la nuova esposizione. Accanto ai manufatti in bronzo, gli straordinari gioielli in ambra (collane, fig. 4, spille, pendagli), intagliati dagli artigiani nelle botteghe vetuloniesi, formano, per la peculiarità della decorazione (pendenti a forma di scimmietta e di figura femminile nuda) e l’eleganza e raffinatezza dell’esecuzione, un “cammeo” all’interno del “cammeo” rappresentato dall’intera esposizione, che conta oltre 500 pezzi.
La Mostra rappresenta un risultato d’eccezione per la quantità e qualità dei reperti raccolti, mai sino ad oggi riuniti in tal numero e di tale livello artistico, atti a comporre una campionatura assolutamente inedita della realtà etrusco-campana.
Simona Rafanelli (Direttore del Museo "Isidoro Falchi" di Vetulonia), 12/10/2013

Vetulonia, Capua, Pontecagnano: Vite parallele di tre città etrusche

MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO ISIDORO FALCHI   
ORARIO DI APERTURA:
Ottobre - Febbraio: dalle 10,00 alle 16,00 (orario continuato)
Marzo - Maggio: dalle 10,00 alle 18,00 (orario continuato)
Giugno - Settembre: dalle 10,00 alle 14,00 e dalle 16,00 alle 20,00
Chiuso tutti i lunedì non festivi
Luglio - Agosto aperto tutti i giorni
Tel./Fax:  +39 (0564)948058
museovetulonia@libero.it