Satoshi Hirose e
Alberto Di Fabio inseguono un punto d’incontro tra le culture orientali e occidentali, sollecitati dall’idea del viaggio come esperienza di confronto e crescita.
Satoshi Hirose in
Beans Cosmos mette insieme una grande varietà di tipologie di legumi, riconducibili a popoli fra loro lontani, ma accomunati dal consumo di quell’alimento fondamentale.
Splash cosmici e
Nebulose di
Alberto Di Fabio esplorano le profondità di una materia in continuo divenire, guidandoci in una dimensione misteriosa in cui sembrano coesistere origine della vita e disfacimento della forma.
Sergio Vega ed
Eugenio Tibaldi conducono una riflessione centrata sulle alterazioni prodotte dall’uomo sul territorio, realizzando con sguardo al contempo ironico e amaro opere di tenore apparentemente cronachistico.
Sergio Vega, attraverso un
viaggio nel Mato Grosso mira a rivelare le contraddizioni della modernità, sottolineando il conflitto tra la natura incontaminata e gli enormi edifici borghesi a ridosso delle abitazioni popolari, sprovvisti di qualsiasi progettualità estetica. Con
Spostamenti verticali all’interno della stessa classe sociale Vega ribalta questa disparità, ricomponendo verticalmente alcuni scatti realizzati nei quartieri contadini al fine di suggerire l’idea di ascesa e riscatto sociale. Le esplorazioni di
Eugenio Tibaldi per l'installazione
Sea Side guardano, invece, alla degradata area costiera partenopea, il cui sviluppo spontaneo e caotico si lega strettamente all’illegalità.
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Un analogo filo concettuale associa le opere di
Jota Castro e di
Francesco Jodice, che individuano esempi emblematici delle criticità della condizione umana.
Jota Castro, con l'opera
Because the life, riflette sugli squilibri della società mettendo in luce le assurde iniquità prodotte dal sistema economico e culturale: una barca composta di legno e plexiglass, basilare immagine simbolica del viaggio e della ricerca, è così riempita dei ritratti accartocciati della moltitudine di uomini che, spinti dalla necessità di migliorare la loro esistenza, hanno perso la vita decidendo di intraprendere un tragico viaggio della speranza.
Francesco Jodice con sguardo lucido cerca di restituire le alterazioni e lo spaesamento che attraversano la società odierna. Nel lavoro presentato in mostra,
The Room, l’artista impiega fogli di giornali quotidiani dipinti di nero, coi quali costruisce una monumentale griglia scura. L’opera intende smontare le certezze visive dello spettatore, restituendoci una complessa raffigurazione metaforica dell’Italia di oggi. (Lu.Bo., 05/06/2013)
GLI ARTISTI:
Jota Castro, Lima, Perù – 1964, vive e lavora Bruxelles, Belgio;
Alberto Di Fabio, Avezzano (AQ) – 1966, vive e lavora a Roma, Italia;
Satoshi Hirose, Tokyo – 1963, vive e lavora e Milano, Italia, and Tokyo, Japan;
Francesco Jodice, Napoli – 1967, vive e lavora a Milano, Italia;
Eugenio Tibaldi, Alba (CN), Italy – 1977, vive e lavora a Napoli, Italia;
Sergio Vega, Buenos Aires – 1959, vive e lavora a Gainesville (FL), USA.
Didascalie immagini:
1. Alberto Di Fabio, Splash cosmici, 2012, acrilico su tela, cm 150 x 150,
Satoshi Hirose, Mythology of Bean, 2010, resina acrilica, legumi, cm 5 x 5 x 180,
Veduta della mostra, Galleria Umberto Di Marino, Napoli, Italy;
2. Jota Castro, Because the life, 2008, legno, plexiglass, foto, cm 42 x 163 x 15,
Francesco Jodice, The Room, 2013, stampa digitale su carta Hahnemühle, cm 30 x 42,
Veduta della mostra, Galleria Umberto Di Marino, Napoli, Italy;
3. Francesco Jodice, The Room, 2013, acrilico su carta di giornale, dimensioni variabili,
Veduta della mostra, Galleria Umberto Di Marino, Napoli, Italy.