Sangue di Drago_copertina_SkiraIn occasione della mostra Sangue di drago Squame di serpente, organizzata presso il Castello del Buonconsiglio di Trento – se ne veda la presentazione in queste stesse pagine – Skira ha pubblicato un volume che reca lo stesso titolo dell’evento e accompagna l’esposizione, pur senza possedere i caratteri tipici del catalogo scientifico normalmente edito in circostanze del genere.

Si tratta, in effetti, di un adattamento parzialmente modificato della raccolta Animali. Tiere und Fabelwesen von der Antike bis zur Neuzeit (Milano 2013) che le stesse edizioni Skira hanno realizzato in relazione ad una mostra sostanzialmente analoga a quella trentina, allestita sempre nel 2013 presso il Museo Nazionale Svizzero di Zurigo.

De Matteis_Paolo_Ercole e Onfale_1690_Castello del BuonconsiglioIl libro – un prodotto singolarmente ibrido, a ben guardare – è composto di tre parti. La terza (“Galleria dell’immaginario”) riprende i saggi presenti nella versione in lingua tedesca; la prima e la seconda, invece, sono inedite e dedicate, rispettivamente, alle diverse epoche storiche prese in considerazione dal progetto (“Dalla preistoria al mondo classico”; “Dall’antichità all’epoca moderna”) e agli animali raffigurati negli affreschi cinquecenteschi del Castello del Buonconsiglio (“Animali fantastici e mitologici al Castello del Buonconsiglio”). Collegata alla parte sui dipinti trentini, riprodotti in uno splendido atlante iconografico, è inoltre la sezione che contiene una manciata di schede riservate all’esame di alcune delle opere esposte.

Sangue di drago
esamina la rappresentazione degli animali reali e fantastici
in un arco temporale compreso tra la protostoria e il mondo preilluministico, studiandone il ruolo nell’immaginario collettivo. Il programma di ricerca ha selezionato un gruppo di fiere la cui figura è sempre stata particolarmente carica di senso nel corso della storia dell’Occidente: le indagini promosse dalle due mostre, pertanto, hanno esplorato i significati del leone, dell’aquila, del cervo e del serpente, accanto a quelli dello zoo librario composto dalla sfinge, dal grifone, dall’unicorno, dal basilisco, dal drago, dal centauro e dalla sirena.

Quanto alla prospettiva cronologica di lungo periodo, essa si legittima – come scrivono Luca Tori e Aline Steinbrecher, curatori anche dell’edizione tedesca (Tra realtà e finzione. Animali reali e fantastici dall’antichità all’età moderna, p. 25), col tentativo di mettere a fuoco continuità e rotture nella concezione culturale delle creature fatte oggetto dell’indagine.

Tacca_Ercole che combatte il centauro_1640-1650_Bronzo_Vienna_Kunsthistorisches MuseumLa cornice epistemologica del libro trova nel campo della Animal History un’agenda affine: come il filone di studi coltivato soprattutto in ambito anglosassone, Sangue di drago concentra i suoi sforzi sulle proiezioni del mondo umano sull’animale, considerato peraltro un agente rilevante in molti processi di ordine sociale. Ciò che emerge, comunque, è l’interesse per la simbologia zoologica e per l’assiologia ad essa collegata, un terreno di ricerca sicuramente non nuovo, specie nel dominio storico-artistico.

Gli animali passati in rassegna, del resto, sono tutti “value-laden”, come si dice: sono, cioè, carichi di valore e, in virtù di tale qualità, costituiscono efficienti veicoli di messaggi e potenti macchine per pensare. Ciascuno di essi svolge egregiamente una funzione segnica entro le enciclopedie di pertinenza, rappresentando in modo stenografico interi saperi e sceneggiature emotive canonizzate. Nei diversi contributi, ad ogni modo, un certo privilegio è assegnato agli esseri chimerici e specialmente ai mostri, cui di norma è delegato il compito di incarnare il caos contrapposto all’ordine nelle mille storie che li vedono protagonisti. Alcuni pochi schemi narrativi, d’altra parte, attraversano il tempo e la geografia, codificando il ruolo perlopiù antagonistico delle creature teratologiche, che sempre e strenuamente si oppongono alla legge, alla fede, alla virtù.

Sotto questo profilo, risulta evidentemente emblematica la figura del drago, alla quale sono riservate non per caso molte pagine del volume. Il rettile fantastico è infatti un animale particolarmente “buono per pensare”, parafrasando la ben nota formula di Claude Lévi-Strauss (C. Lévi-Strauss, Il totemismo oggi, trad. it., Milano 1964, p. 126). La sua orribile morfologia è perfettamente adeguata ad incorporare la paura e il pericolo, rendendo il mostro un segno ideale per rappresentare i valori negativi. Com’è noto, del resto, il drago popola molte leggende di civilizzazione: nel frame narrativo ricorrente, esso è l’ostacolo che gli eroi civilizzatori – come i mitici Cadmo, Apollo ed Ercole – devono superare per regolare il disordine e la violenza indiscriminata.

Werff van der_Adriaen_Drago che uccide i compagni di Cadmo_(da Goltzius)_1650-1700_Vienna_Kunsthistorisches MuseumÈ appena il caso di ricordare, poi, come in ambito cristiano il drago costituisca l’arcinemico per eccellenza: è l’Apocalisse giovannea (12, 3-9) a sancire tale statuto per i secoli a venire, definendo lo script allegorico che sarà riutilizzato innumerevoli volte per descrivere la battaglia tra il bene e il suo contrario: il dragone rosso – il «serpente antico» – è identificato con satana che sfida la Chiesa e viene sconfitto (una prima volta) dall’arcangelo Michele. Ma già il commentatissimo versetto 13 del Salmo 90 (91) – «super aspidem et basiliscum ambulabis et conculcabis leonem et draconem» – lo inscriveva nell’insieme delle bestie immonde e dei simboli del male.

Grazie all’autorità dei riferimenti menzionati, il drago ha rappresentato, specie in ambito cristiano, la perfetta immagine del nemico, divenendo un’arma polemica efficacissima nei repertori della retorica della denigrazione in tempi e luoghi anche molto distanti. Attraverso la figura mostruosa, infatti, il bersaglio polemico viene sottoposto ad un processo di deumanizzazione radicale, che alimenta la diffidenza e l’odio nei suoi confronti (sull’argomento, mi permetto di rinviare a F. Sorce, Il drago come immagine del nemico turco nella rappresentazione di età moderna, in “Rivista dell’Istituto Nazionale d’Archeologia e Storia dell’Arte”, 62-63, III serie, anno XXX-XXXI (2007-2008), 2013, pp. 173-198).

Koch Hans_San Giorgio e il drago_1600_argento_Schweizerisches National MuseumNei saggi raccolti in Sangue di drago, tuttavia, non trova spazio l’analisi dell’uso funzionale del drago nei contesti della propaganda – che pure è un aspetto essenziale della storia della bestia nell’immaginario collettivo – ma ci si limita ad una disamina ricognitiva delle fonti, comunque piuttosto ampia e puntuale. Nel complesso, d’altra parte, il volume offre una panoramica centrata prevalentemente sui testi; alla produzione artistica, occorre precisarlo – fatta eccezione per i capitoli sugli affreschi di Dosso, Romanino e Fogolino – è riservata un’attenzione assai minore, in parte bilanciata dallo splendido corredo illustrativo di cui il libro è dotato.

Il libro si pone, dunque, come raccolta preziosa e aggiornata, ancorché non esaustiva, di riferimenti soprattutto letterari, dalla quale prendere avvio per un’analisi circostanziata delle possibili occorrenze degli animali in contesti specifici. Si tratta, insomma, di una di quelle opere di sintesi che provvedono utilmente a fornire un quadro generale sull’argomento.

Da questo punto di vista, Sangue di drago trova adeguata collocazione nella biblioteca ideale che di recente, per rimanere al mercato editoriale italiano, è stata arricchita dal volume sui Bestiari del Medioevo di Michel Pastoureau (Torino 2012), raccolta delle più che decennali ricerche dello studioso francese sulla simbologia animale nell’età di mezzo, e da Le immagini degli animali tra scienza, arte e simbolismo di Francesco Mezzalira (Vicenza 2013), che si propone, piuttosto ambiziosamente, come tentativo di fondare una “zooiconologia”.
   Francesco Sorce, 16/9/2013

 

Memento Mori_Bayerisches Nationalmuseum_MonacoSangue di drago, squame di serpente
Animali fantastici al Castello del Buonconsiglio

Curatori: Franco Marzatico, Luca Tori, con Aline Steinbrecher
Descrizione: 24 x 28 cm, 312 pagine, 213 colori, brossura
Collana: Arte antica. Cataloghi
Editore: Skira
Argomento: Arte antica Cataloghi
Lingua: Italiano
Anno: 2013

 

Didascalie delle immagini
1. Sangue di drago Squame di serpente, copertina
2. Paolo de Matteis, Ercole e Onfale, 1690, Castello del Buonconsiglio
3. F. Tacca, Ercole che combatte il centauro, 1640-1650, Bronzo, Vienna, Kunsthistorisches Museum
4.
Adriaen van der Werff, Drago che uccide i compagni di Cadmo (da Hendrick Goltzius), 1650-1700, Vienna, Kunsthistorisches Museum
5. Hans Koch, San Giorgio e il drago, 1600, argento, Schweizerisches National Museum

6. Germania meridionale o Francia, Teschio con il serpente del Paradiso, 1600-1650, avorio, Monaco, Bayerisches Nationalmuseum