Gli arrestati vennero rinchiusi nel Collegio Militare di via della Lungara per due giorni, nel corso dei quali solo 252 furono le persone rilasciate, scelte tra i non ebrei, gli stranieri protetti, i cosiddetti "misti" e i coniugi di matrimonio misto. Il 18 ottobre i trattenuti partirono alla volta del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove giunsero cinque giorni più tardi. Dei 1022 ebrei vittime del rastrellamento, 149 uomini e 47 donne, giovani e in forze, vennero immessi nel campo. Gli altri vennero uccisi. Degli immatricolati ritornarono solo in 17. Una sola donna si salvò: Settimia Spizzichino (Roma, 15 aprile 1921 – Roma, 3 luglio 2000).
Per commemorare gli orrori di quella giornata è stata allestita, presso il Complesso del Vittoriano, la mostra 16 ottobre 1943. La razzia degli ebrei di Roma, curata da Marcello Pezzetti, direttore della Fondazione Museo della Shoah, con l’obiettivo di ricostruire storicamente gli eventi di quella tragica data e rileggerli nel quadro più ampio della Shoah. All’altezza del 1943, del resto, mentre gran parte degli ebrei d’Europa, soprattutto in Polonia e nei paesi dell’Unione Sovietica, era già stata uccisa, gli italiani di fede giudaica – anche residenti all’estero – non erano ancora stati toccati dalle deportazioni, nonostante gravasse su di loro il peso delle leggi razziali.
Il percorso espositivo propone una documentazione inedita, costituita dalle fotografie degli arresti di quel giorno, dai biglietti informativi sui comportamenti da adottare e sugli effetti personali da prendere distribuiti dai nazisti alle famiglie (fig. 2); a ciò si associano le testimonianze audiovisive di chi fu coinvolto e i disegni originali del pittore ebreo Aldo Gay, il quale, durante la fuga dalla razzia, trovò la forza di rappresentare su carta e in modo estemporaneo la terribile esperienza che stava vivendo (fig. 3). A questi reperti unici si affianca la ricostruzione della mappa dei luoghi di Roma in cui furono compiuti gli arresti, con le video-interviste dell’Archivio della Memoria (CDEC), della Spielberg-Foundation e dell’Archivio audiovisivo della Fondazione Museo della Shoah.
Per la prima volta, inoltre, sono ricostruite le biografie delle persone implicate nei fatti, allo scopo di dare un volto sia ai persecutori sia alle vittime. Si raccontano poi, in questa prospettiva, le vicende avvenute all’interno del Collegio Militare dopo l’arresto, quelle relative alla deportazione, alla selezione sulla “Judenrampe” a Birkenau e all’uccisione delle persone dichiarate “inabili”. Non si tralascia neppure la storia dei sopravvissuti – dal loro ritorno alla ricerca dei dispersi – né quella degli arresti successivi, anche da parte della polizia italiana.
Dopo l’esperienza traumatica della razzia, gli ebrei sfuggiti alla deportazione tentarono di mettersi in salvo aiutati dalla popolazione non ebraica, da istituti religiosi e da organizzazioni come la Delasem (Delegazione per l’Assistenza degli Emigranti Ebrei). Lo sguardo storico prospettato dalla mostra non manca di affrontare l’atteggiamento di Pio XII e dell’opinione pubblica italiana di fronte agli eventi, mettendo insieme anche le notizie che sul 16 ottobre giunsero agli Alleati.
Il percorso espositivo si conclude presentando oltre 300 volti di ebrei vittime del rastrellamento romano, mai visti prima. Queste immagini provengono dall’Archivio del CDEC, da quello della Croce Rossa internazionale di Bad Arolsen e dalla raccolta di documenti di cui si è incaricata da qualche anno la Fondazione Museo della Shoah di Roma.
Giulia Bonardi, 16/10/2013
16 OTTOBRE 1943. La razzia degli ebrei di Roma
17 ottobre – 30 novembre 2013
Roma, Complesso del Vittoriano
Sala Zanardelli, Ingresso Ara Coeli
Ingresso libero
Orari: dal lunedì al giovedì 9.30- 18.30
venerdì, sabato e domenica 9.30 – 19.30
l’accesso è consentito fino a 45 minuti prima dell’orario di chiusura
Per informazioni: tel. 06/6780664
E-mail: www.comunicareorganizzando.it
Didascalie delle immagini
1. Locandina della mostra
2. Biglietto consegnato dai nazisti agli ebrei durante la razzia del 16 ottobre (Cortesia di Comunicare Organizzando)
3. Aldo Gay, Senza titolo, 1943 (Cortesia di Comunicare Organizzando)
4. Settimia Spizzichino (Cortesia di Comunicare Organizzando)