L’esposizione è articolata in
cinque sezioni:
la ritrattistica;
la città delle donne, in cui si rivela l’ossessione di Campigli per l’universo e l’immagine femminile; i dipinti caratterizzati da
scene di gioco, spettacolo, lavoro; i
dialoghi muti fra coppie incapaci di comunicare;
gli idoli, in cui è illustrata l’evoluzione delle sue rappresentazioni idolatriche, da quelle degli anni Venti, ispirate a Carrà, a quelle primitive degli anni Cinquanta e Sessanta. Sono infine esposte per la prima volta in mostra quattro enormi tele che Campigli teneva nel proprio
atelier.
Massimo Campigli (Berlino, 1895 – Saint-Tropez, 1971), uomo colto e solitario, intreccia nella sua pittura in una miscela personalissima geometria, magia, memorie e simboli. Anche la vita, oltreché l’opera, di Campigli è segnata da elementi misteriosi: solo dopo la sua morte, infatti, si è scoperto che era nato a Berlino e che il suo vero nome era Max Ihlenfeld. La madre tedesca rimase in cinta a diciotto anni, non sposata. Per evitare lo scandalo, il bambino venne portato in Italia. Nel 1899 la madre sposò un commerciante inglese e riprese il bimbo con sé, fingendo di essere sua zia e solo a quattordici anni il ragazzo scoprì casualmente la verità.
La formazione intellettuale e artistica di Campigli avviene tra Firenze e Milano. Nel 1914 inizia a lavorare al Corriere della Sera e dopo la guerra ne diviene corrispondente da Parigi. In quegli anni Milano è il cuore del
Ritorno all’ordine, movimento di reazione e per certi versi di restaurazione classicista rispetto alla stagione delle avanguardie artistiche, dal quale Campigli viene influenzato profondamente.

Nel 1928 l'artista visita a Roma il museo di Villa Giulia, restando affascinato dall'arte etrusca, e le Terme di Diocleziano, dove viene colpito dalla ritrattistica romana del basso impero. Alle reminiscenze etrusche si mescolano quelle egizie del Fayum. Dopo questo "colpo di fulmine" per l’antico, Campigli approccia le prime figure femminili dai grandi occhi senza sguardo inserite in raffinate trame architettoniche.
La sua pittura mostra ora un mondo limpido e senza tempo, caratterizzato da colori fantasmatici e dagli elementi geometrici di donne dal corpo a forma di clessidra, che vivono in una dimensione mitica e idealizzata. Il lavoro di Campigli di situa così in sintonia di carattere e poetica col
concetto di tempo assoluto espresso dal Ritorno all’ordine. Se è vero che l’appello alle radici della civiltà antica assume in Italia anche un preciso significato politico di celebrazione nazionalista, quello che Campigli si impegna a ricreare è un’atmosfera di sospensione del presente per raggiungere, attraverso e grazie al modello dell’antico, sia pur del tutto metabolizzato e ricreato, una dimensione di astratta universalità eternata pittoricamente.
Negli anni Trenta Campigli conquista la fama internazionale ed espone a Milano, Parigi, Amsterdam, New York, e alle Biennali veneziane. Oltre a importanti committenze pubbliche e private, vanno ricordati i quattro affreschi che realizzò fra il 1933 ed il 1940 per il Palazzo della Triennale di Milano, il Palazzo delle Nazioni di Ginevra, il Palazzo di Giustizia di Milano e l'Università di Padova.

Dall’inizio degli anni Cinquanta la sua pittura procede nel senso di una crescente stilizzazione, in una sorta di essenziale risalimento fenomenologico alla ricerca dell’archetipo, del primitivo: al progressivo nichilismo al quale la cultura occidentale contemporanea gli appariva votata egli risponde così annullando la prospettiva e racchiudendone l'essenza in schemi formali e compositivi in cui i corpi dei suoi idoli sembrano galleggiare irrigiditi.
(03/04/2013)
CAMPIGLI. Il Novecento antico
Fondazione Magnani Rocca
via Fondazione Magnani Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma)
Dal 22 marzo al 29 giugno 2014
Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Lunedì chiuso, aperto il lunedì di Pasqua e il 2 giugno.
Ingresso: € 9,00 valido anche per le raccolte permanenti - € 5,00 per le scuole
tel. 0521 848327 / 848148 Fax 0521 848337
info@magnanirocca.it
www.magnanirocca.it

Mostra e Catalogo (Silvana Editoriale) a cura di Stefano Roffi.
Didascalie immagini:
1. Massimo Campigli, Les tziganes, 1928, olio su tela, © MART – Archivio fotografico
2. Massimo Campigli, Le mogli dei marinai, 1934, olio su tela
3. Massimo Campigli, Donne in métro, 1951 o 1952, olio su tela
4. Massimo Campigli, Ritratto di Olga Capogrossi, 1959 o 1960, olio su tela
5. Massimo Campigli, Femme assise, 1961, olio su tela, Archives Campigli