L’imponente Palazzo Piacentini, nel cuore storico della scenografica Reggio, aperto dalle 9:00 alle
20:00 tutti i giorni, ospita i Bronzi di Riace, due imponenti sculture in bronzo risalenti al V secolo a.C ed originariamente collocati in Grecia.
Il rinvenimento, nel tratto di mar Jonio antistante il comune reggino di Riace Marina lo si deve a Stefano Mariottini, un appassionato subacqueo che durante un'immersione a circa 200 m dalla costa ed alla profondità di 8 metri scoprí tali meraviglie, nel 16 agosto

del 1972.
Fu da allora che, a seguito del recupero curato dalla Soprintendenza calabrese, inizia il lungo e ben riuscito restauro sulle due nuditá, dapprima a Firenze, poi a Roma e infine a Reggio dove le due statue sono state ora collocate su basi antisismiche.
Un lavoro, quello effettuato per anni da esperti restauratori e professionisti del settore che ci permette, oggi, di apprezzare i Bronzi in tutta la loro magnificenza e fierezza propria di quei guerrieri dell'età ellenistica.
Il risultato più significativo del lungo periodo di studio sulle statue ha riguardato, in particolare, la loro tecnica di fusione che potrebbe essere avvenuta con il cd "metodo diretto " e non con quello

"indiretto" : applicando cioè la cera direttamente al modello dopo aver sovrapposto strati e strati sottilissimi di lastre terrose in modo concentrico.
Per amor di chiarezza e rispetto ai non addetti ai lavori si tratterebbe, in altre parole, di una "statua nella statua" ovvero sia di un modello plasmato in argilla cui sopra veniva direttamente stesa la cera.
Le tecnica di realizzazione, ricostruita attraverso accurati esami scientifici, durante la loro ripulitura è spiegata, al visitatore, attraverso un video trasmesso nei monitor della saletta antistante il corridoio di ingresso in sala il cui

accesso é limitato a gruppi di massimo venti persone alla volta.
La sala è dotata di un sistema di controllo che mantiene la temperatura climatica, sui 20° d'inverno e sui 25-27° d'estate, con un tasso di umidità all'incirca del 35-40%, in modo da prevenire l'innescarsi di nuovi fenomeni di corrosione delle statue.
Denominati, per semplicità, « A » e « B », i Bronzi sono alti 1,98 e 1,97 m ed avevano un peso di circa 400 Kg al momento del rinvenimento che è diminuito a circa 169 dopo lo svuotamento del loro interno.

Si rimane bocca aperta alla vista della possente muscolatura dei bronzi, il primo più geometrico e statico il secondo più analitico e dinamico.
Ma a fare la vera differenza sono, come sempre, i particolari scultorei come le vene subcutanee delle mani e dei piedi, e ciò che richiama davvero l'attenzione del curioso visitatore sono i loro capezzoli, lavorati a parte ed applicati tramite battitura a martello, di un colore rosa.
Nella stessa sala, si possono contemplare le due teste, quella del "filosofo", un anziano uomo intellettuale dalla barba lunga e dallo sguardo acuto e penetrante e la Testa di Basilea posta in fondo alla sala.
"Non sappiamo quando saranno pronte tutte le didascalie e i pannelli colorati, ci auspichiamo molto presto ma non possiamo fare previsioni. Nel frattempo siamo fieri di avere in questa sala i Bronzi e di aver concesso la possibilità a tutti di fruire di questo patrimonio inestimabile" commenta uno degli addetti alla sorveglianza.
E nel frattempo c'é anche chi borbotta "Un biglietto per arrivare a Reggio da Milano, sotto le feste, costa quanto un volo Roma- Ny”.. Ma questa é un'altra storia.
(di Flavia Zarba)