La prima di esse è
Concetto spaziale, Le Chiese di Venezia (lotto 15, fig. 1)), del 1961, acrilico sul tela, cm 150x150 (stima 4-6 milioni di sterline, ca. 5-7 milioni di Euro). L’opera fa parte del ciclo delle “Venezie”, raro e altamente celebrato; venne acquistata nello stesso anno di esecuzione da
Michel Tapié, influente critico d’arte che fu tra i primi sostenitori di Fontana, per passare poi nella collezione di
Ada Minola, direttore dell’
International Center of Aesthetic Research, fondato a Torino nel 1960 assieme, fra gli altri, a
Carlo Mollino.
Invitato a Venezia nel 1961 per partecipare alla
mostra di Palazzo Grassi “Arte e contemplazione”, Fontana dipinse ben 22 opere dedicate alla città che amava profondamente avendo, tra l’altro, già più volte partecipato alla Biennale a partire dal 1930.
Riprodotta sulla copertina di Domus nel giugno 1961, la tela rappresenta una sorta di
visionaria e trasfigurata veduta aerea notturna di Venezia, solcata da due grandi mezzelune dorate.

La seconda opera di cui diamo notizia è
Concetto spaziale, attese (lotto 19, fig. 2), che reca al verso l’iscrizione “
Mario Bardini è tornato dalla Russia”. Si tratta di una tela bianca con sei tagli verticali, di cm. 130x97, eseguita nel 1965. L’architetto
Mario Bardini fu tra i primi collezionisti di
Lucio Fontana e, in seguito, per molti anni presidente della Fondazione intitolata all’artista, istituita nel 1982 dalla moglie
Teresita Rasini.
Per fornire un dato eloquente sull'inarrestabile crescita di considerazione internazionale, artistica e commerciale, delle opere di Fontana negli ultimi 10 anni basti dire che il dipinto, dopo essere sempre stato conservato per circa trent’anni nella stessa collezione privata, fu venduto nel 1997 da Sotheby’s a 155.500 sterline. Il medesimo dipinto parte oggi da una stima di catalogo di 3.300.000 - 4.500.000 sterline (ca. 4 - 5.5 milioni di Euro).
Lu.Bo., 23/06/2013