Caravaggio, dal carattere impetuoso, rimane ancora oggi una grande incognita, continuando ad affascinare con la sua pittura ipnotica, profondamente inquietante, nonché diabolicamente dark.
Luce e ombra. E quella ineguagliabile capacità di dare luce all’ombra con una straordinaria maestria del chiaroscuro. Avete paura del buio?
Lo stesso pittore fiammingo Rubens ne rimase affascinato, oltre che dalla sua vigoria ed arditezza pittorica; gli “rimproverava” solo di non tracciare disegni preliminari.
Nonostante l’abbondanza di testi e documenti, Caravaggio resta sotto molti aspetti un enigma, ma sicuramente meno misterioso dopo questa mostra.
Immaginatevi le opere del grande creatore del noir apparire all’imbrunire, stagliandosi nella bella cornice del Museo La Permanente di Milano.
Il visitatore si trova catapultato all’interno del viaggio che il Merisi compiva dinanzi alla tela, seguendo e scoprendo, grazie ad un’implementazione innovativa di strumenti multimediali il suo processo creativo, dall’ideazione alla realizzazione finale dell’opera.
Un affascinante racconto visivo ricostruito attraverso video installazioni, immagini, musiche, evocazioni e suggestioni, che ricompone davanti agli occhi dello spettatore l’universo di Caravaggio, permettendo di proiettarsi nel contesto, di cui l’artista fu assoluto protagonista.
Un approccio contemporaneo all’opera d’arte, che tramite l’uso di un avanzato sistema di multi-proiezione a a 360 gradi, porterà il visitatore a vivere un’esperienza senza precedenti sul piano sensoriale, regalando un’esperienza veramente totalizzante. Il nostro punto di vista “ruoterà” insieme allo spazio visivo circostante. Una vera e propria immersione nell’arte del maestro del Seicento, che ci farà ripercorrere i grandi temi della produzione caravaggesca: la luce, il realismo, la teatralità e il dramma.
Il progetto multimediale, firmato Mondo Mostre Skira, è nato dall’oggettiva impossibilità di mostrare dal vivo capolavori inamovibili come la provocatoria Morte della Vergine (1605 – 1606) o la Testa di Medusa (1598 – 1599 c.ca) degli Uffizi.
Un viaggio emozionante attraverso la vita, le opere e i tormenti di Michelangelo Merisi da Caravaggio: nei suoi capolavori troviamo l’eco delle sue esperienze personali, nonché un’occasione unica per incrociare gli sguardi, captare i segreti e dialogare virtualmente con l’artista.
Caravaggio aveva proprio la capacità di imprimere sulla tela l’esperienza interiore. Ricrearla in scena. Farla vedere anche solo per un istante attraverso figure sempre ai margini di una soglia. In cerca di luce. Vivere la mezza età avrebbe significato per lui raggiungere il tanto agognato equilibrio esistenziale? Non lo sapremo mai.
Dipingeva tutto quello che gli passava per la testa, segnò l’irrompere dell’attimo in pittura, fu un’autentica rivoluzione!
L’artista mette in scena magistralmente il suo rapporto vibrante tra realtà e finzione, tra attore e personaggio, tramite coinvolgenti universi comunicanti, che raccontano verità fantastiche e credibili bugie, a metà strada tra confessione e cabaret, velata denuncia e resilienza. Verità e illusione, l’uno e il doppio, la moltiplicazione del sé e il riflesso di sè si alterneranno in un continuo gioco di rimandi, attraverso la plasticità dei corpi e le sequenze di movimento. Assecondando l’immaginazione, proveremo a fermare la sua ombra, anzi le sue ombre, sulla carta. Stop motion ma non stop emotion.
Per quanto lontano da noi e dallo spirito del nostro tempo, Caravaggio rimane un classico sempre proiettabile nel contemporaneo, perché capace di risvegliare dubbi e domande proprie a tutti gli esseri umani. La sua pittura fu sconcertante e la vita non fu da meno. Un vero e proprio fuorilegge nell’arte che lavorava ad una velocità incredibile e che visse tra una prigione e l’altra, da dove i suoi potenti protettori lo fecero evadere più di una volta con non poche difficoltà.
Nonostante i problemi con la giustizia, l’artista riuscì ad introdurre un nuovo linguaggio realistico e teatrale, cogliendo di ogni soggetto l’istante più drammatico. Reclutava i suoi modelli tra i suoi compagni di scorribande notturne e di bevute o per strada, persino per le scene più sacre come per la Morte della Vergine, senza esitare ad ambientarle inattesamente di notte, suscitando così scalpore. Ormai non ci stupiamo più dinanzi alle sue figure religiose muscolose e atletiche, ben diverse da quelle delle prime opere di carattere profano. Non mancano gli autoritratti: Caravaggio si “nasconde” infatti nel gaudente I musici (1595), nello slowed down Cattura di Cristo (1602), nel suo doppio e inquietante David con la testa di Golia (1605 - 1606), nel Bacchino malato (1593-1594) dal ritmo febbrile, che sembra richiamare un verso di Salvador Dalì: “i veri intenditori non bevono vino, degustano segreti”. Caravaggio ne ebbe senz’altro un passato traboccante.
Il particolare gioco di luce e la teatralità delle sue rappresentazioni indicano un’incredibile ricerca di verità ad effetto e allo stesso tempo creano una suspance racchiusa nelle espressioni maliziose, talvolta perverse dei suoi personaggi.
Ognuna delle sue opere suscita clamore e rifiuti (come San Matteo e l’Angelo - 1602 -) e Caravaggio si circonda di molto nemici. Giudicato indecente imbarazzo’ persino più di un mercante.
Non solo: durante una cena all’albergo del Moro, si ritenne servito male e perciò accecato dall’ira, lanciò un piatto di carciofi bollenti in faccia ad un cameriere, provocando una rissa generale. In questo suo irascibile comportamento ricorda un altro grande pittore veneto del 500: Tintoretto detto il “furioso”.
Gli anni  che vanno dal 1602 al 1606, periodo di fervida e fremente produzione, sono così offuscati da una serie di avventure rocambolesche e paurose, omicidi e guai con la giustizia.
Inevitabile che l’artista maledetto finisca sulla lista dei criminali, fino ad arrivare ad essere condannato a morte per l’omicidio di un certo Tommasoni, suo avversario di pallacorda. In quel momento sembrava essere arrivato...all’ultima spiaggia.
Scandaloso da vivo, Caravaggio lo fu ancora di piu’ post mortem. Non è certo infatti che il suo corpo assassinato (?) ritrovato sulla riva di Porto Ercole fosse il suo (l’opera Martirio di Sant’Orsola - 1610 - ne preannuncia la tragica fine). Vi fu anche chi pensò che avesse organizzato la propria scomparsa, una sorta di finta morte, per sfuggire a dei nemici. Non a caso spesso si perdevano le sue tracce per mesi.
Le tenebre, che questo Maestro dell’oscurità ha introdotto in pittura, avvolgono il suo nome (come la sua Natività trafugata misteriosamente nel 1969 e mai ritrovata). All’epoca Caravaggio scompare da liste e cronologie, praticamente viene cancellato dalla storia dell’arte, né si conoscevano tele firmate dall’artista (oggi ne esiste solo una “la Decollazione di San Giovanni Battista” considerata la prima grande tragedia in pittura).
Per fortuna cadde nell’ombra per un lasso di tempo breve e oggi possiamo nuovamente dire: Sgranate gli occhi! Non possiamo perderci nessuna sfumatura e nessun dettaglio di questo racconto costellato di intrighi e delitti, ambizioni divoranti e passioni proibite, sotto lo sguardo attento di chi sa cogliere un indizio dietro ogni pennellata. Assolutamente da vedere, bordeggiando l’ambiguo limite...oltre la tela.

 

Maria Cristina Bibbi

Info

 

Museo della Permanente

Dal 6 Ottobre 2018 – 30 Gennaio 2019
Orari
Lunedì - Mercoledì: 09.30 - 20.00
Giovedì: 09.30 - 22.30
Venerdì - Domenica: 09.30 - 20.00
Web: http://www.caravaggiomilano.it/