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Il lavoro dell’uomo il tempo della terra. Antelami in Mostra. Dal 12 settembre 2020 al 30 luglio 2021 Battistero, Catterale, Museo Diocesano di Parma.
Quella dedicata a Benedetto Antelami è una mostra che, collocandosi all'interno del programma di Parma Capitale italiana della Cultura 2020/21, si prefigge l'obbiettivo di stupire e coinvolgere il visitatore con un sapientissimo allestimento dei Mesi. L'idea espositiva alla base è stata di poter rendere, anche solo nei limiti temporali dell'evento, maggiormente fruibili e godibili le statue dei Mesi
e delle Stagioni di Benedetto Antelami ponendole a terra nel Battistero per una visione ad altezza di persona.
Il tema iconografico dei Mesi e delle Stagioni può esser fatto risalire addirittura all'età ellenistica dove già venivano rappresentati quali personificazioni. Tale tradizione viene trasmessa all'epoca medievale dove però acquista nuovi caratteri che meglio si adattano alla cultura e all'organizzazione sociale del tempo. La società medievale infatti era improntata sul sistema feudale e sul mondo agricolo perciò le attività di riferimento riguardavano in modo quasi esclusivo le occupazioni dei contadini, gli svaghi dell'aristocrazia e più raramente immagini simboliche. Con l'avvento del romanico nell'arte medievale in Italia i cicli dei Mesi diventano sempre più diffusi, strutturandosi in serie iconografiche differenti da regione a regione in relazione con la varietà del clima, dei cicli agricoli e delle tradizioni artistiche delle varie aree geografiche. Il grande successo di questo genere può esser ricondotto all'importanza e al nuovo significato che il lavoro ha assunto a partire dall'XI secolo. La ripresa economica dell'epoca, dettata in larga misura dall'emergente, e quanto mai determinante, ceto mercantile attivo nelle città portò al
più significativo cambiamento nell'immaginario medievale cioè muta il giudizio della Chiesa verso il lavoro quale condanna divina a seguito del peccato originale. La società passa così da feudale a comunale e il lavoro assume non solo una connotazione positiva ma nobilitante, salvifica grazie al quale l'uomo può aspirare alla Redenzione.
Antelami fu architetto e scultore, un
magister a cui va il merito di esser stato tra i primi artisti medievali a riscoprire e riproporre un linguaggio classico dalle forme salde, plastiche e monumentali che sul finire del XII secolo incontrò invece il nuovo stile gotico

proveniente d'oltralpe. Attualmente ancora dibattuta è l'originaria collocazione degli altorilievi che fin dalla seconda metà dell'Ottocento sono stati oggetto di numerose indagini ed ipotesi ricostruttive. Per un'improvvisa interruzione dei lavori al Battistero Antelami non ebbe modo di completare, con finiture a colore, e collocare al posto prestabilito la serie dei dodici Mesi con i loro segni zodiacali e le personificazioni delle Stagioni delle quali solo due ultimate. Quello di Antelami è un ciclo decisamente atipico rispetto agli affini esemplari medievali dai quali esso si distingue per le dimensioni della scultura e per l'insolito ampliamento del tema che comprende non solo i dodici Mesi ma anche le quattro Stagioni e lo Zodiaco.
Le sculture, con i relativi segni zodiacali e le personificazoni delle Stagioni, dovevano secondo l'originario progetto formare un ciclo di sedici rilievi come sedici sono i settori in cui è diviso all'interno il Battistero. Come già precedentemente accennato, la collocazione del programma iconografico è attualmente fonte d'interrogativi e vede il complesso variamente allocato all'imposta della cupola a vele, nella prima galleria sopra le nicchie oppure facente parte di un portale ormai disperso. È la prima volta che i Mesi raggiungono una dimensione così imponente, ciascuno a sé stante e tale insolita importanza data a questo tema rispecchia il ribaltamento del significato del tempo dell'uomo già ripreso nelle immagini cristologiche ed escatologiche raffigurate sulle lunette che sormontano i portali esterni dell'edificio. Ogni mese è raffigurato per mezzo di una personificazione dei caratteri e dei lavori che gli sono tipici e il loro insieme simboleggia il ciclo continuo della vita dell'uomo tra morte e rinascita, nel tempo finito e in quello dell'eternità.
Una mostra che permette nuovi spunti di lettura, osservazione e comprensione in cui il pubblico viene invitato ad osservare ogni dettaglio.
- Benedetto Antelami, Gennaio: è rappresentato seduto su di una sella curule con zampe leonine. Indossa calzari ed è un uomo barbuto avvolto in una lunga veste con mantello dal quale fuoriescono solo le mani che poggiano sulle ginocchia. Dal capo, sul retro, è visibile un'altra testa più piccola, di un giovane (evidente richiamo al Giano Bifronte dell'antichità) che rappresenta l'arrivo del nuovo anno.
- Benedetto Antelami, Giugno: è un giovane contadino intento a mietere un fascio di spighe con un falcetto. Il leggero movimento in avanti della figura è rimarcato dalle pieghe della veste, mentre la testa è alzata e lo sguardo frontale.
- Benedetto Antelami, Autunno/Inverno – Primavera/Estate : è una figura barbuta (come i Mesi di Ottobre, Novembre, Dicembre e Gennaio) in posa frontale, avvolta da un panneggio che copre solo la parte sinistra del corpo e che scende con pieghe pesanti. Il piede sinistro, rivolto ai mesi invernali, è calzato mentre quello destro, rivolto ai mesi estivi è nudo a significare insieme alla veste il passaggio tra le stagioni; sul lato destro della figura, un ramo ricco di fronde si oppone a quello spoglio sulla sinistra. L'estate invece è una donna dal nobile portamento, enfatizzato dalle eleganti pieghe dell'abito. La mano destra porgeva probabilmente un fiore, non conservato.
- Bendetto Antelami, Maggio: è un cavaliere la cui veste si sposta all'indietro e la zampa anteriore destra del cavallo conferiscono una percezione di movimento. L'uomo brandisce un falcetto a richiamare il suo status nobiliare di signore del contado.
Federica Gaido
Giugno 2021
Geza De Francovich,
Bendedetto Antelami architetto e scultore del suo tempo, Electa, Milano-Firenze 1952.
Arturo Carlo Quintavalle,
Bendedetto Antelami, Electa, Milano 1990
Chiara Frugoni,
I mesi antelamici del battistero di Parma, Parma 1992