Ho appreso da più parti che l’ex direttore di News-Art, dopo aver rassegnato le dimissioni a causa di divergenze sulla linea editoriale della rivista, ha inviato una email a centinaia di lettori che mi riguarda personalmente e dai toni marcatamente denigratori. Mi scuso anticipatamente con i lettori, molti dei quali non ci conoscono direttamente, se chiarisco il mio punto di vista.

La scommessa di News-Art come rivista on-line partiva nell’estate del 2012. Un anno dopo, grazie all’impegno costante dell’allora direttore Luca Bortolotti, dell’esistenza della rivista si accorsero studiosi, critici e mass media, con un pubblico che affluiva ed interagiva con la rivista non solo in Italia ma anche dall’estero. L’arte, si sa, non ha confini e i nuovi mezzi di comunicazione aiutano ad accorciare le distanze.
Il taglio editoriale scelto quando è nata la rivista affrontava in modo prudente e significativo le problematiche della storia dell’arte attraverso meditati approfondimenti critici, nello sforzo costante di mettere in luce le difficoltà che spesso accompagnano eventi come mostre, convegni e pubblicazioni nei loro contenuti sobri. Tutte le pubblicazioni venivano monitorate affinché giungesse al lettore un prodotto privo di gossip, di critiche gratuite e senza contraddittorio. La vocazione della rivista era quella di offrire al pubblico una conoscenza gratuita della storia dell’arte con articoli su mostre, eventi, convegni, approfondimenti e scoperte attraverso la pubblicazione di interviste e brevi saggi dal taglio critico.
Per una scelta editoriale unilaterale dell’ultima direzione questa linea è da tempo mutata. È venuta meno la selezione dell’offerta editoriale per inseguire qualche click in più. Senza prendere le dovute distanze si è arrivati a dare voce ad argomenti che hanno contribuito a creare del sensazionalismo non consono ad una rivista. Purtroppo, soprattutto nell’era dei social network, più che essere conta apparire. Sono mancate in molti casi critiche costruttive verso mostre che non offrivano seri stimoli innovativi o dal progetto scientifico più che discutibile, verso pubblicazioni che non presentavano un avanzamento critico negli studi del settore e che di accattivante avevano solo il titolo.
Scarsa critica, molta sponsorizzazione: scelta editoriale comprensibile a seconda delle finalità che si vogliono perseguire, ma di sapore schiettamente commerciale. Tuttavia, negli ultimi due anni non sono mancati i contributi di grande valore di tanti studiosi che generosamente hanno prestato con passione e competenza le loro fatiche nel diffondere la cultura e che tutti personalmente desidero ringraziare.
Voltiamo pagina oggi, con l’intenzione di tornare alla vocazione originaria della rivista.
La redazione.