Catalogo ragionato a cura di Yuri Primarosa
 
Un poderoso volume di 780 pagine, circa 1000 illustrazioni di cui 200 circa a colori.
A breve sarà disponibile per studiosi e amanti delle belle arti il primo catalogo completo dell’opera grafica e pittorica di Ottavio Leoni (1578-1630), protagonista nel genere del ritratto nei primi trent’anni del XVII secolo. Pubblicata da Yuri Primarosa per i tipi di Ugo Bozzi editore, l’opera presenta i risultati delle ricerche condotte dallo studioso negli ultimi sette anni, mettendo a fuoco l’attività di un grande artista per certi versi ancora misconosciuto.
Eccellente miniatore e disegnatore, principe dell’Accademia di San Luca, amico di Caravaggio nella cerchia del cardinale Francesco Maria del Monte, Leoni fu ammirato nella capitale papale e nelle corti di Mantova e Firenze, dove ritrasse non solo «sommi pontefici, [...] principi, cardinali e signori titolati», ma anche gentiluomini, artisti, amici e valent’huomini d’ogni provenienza e «d’ogni altra qualità purché famosi fussero» (Baglione 1642). Ottavio rifuggì dalla rappresentazione delle miserie umane, conferendo dignità e decoro a tutte le persone che ritrasse, indipendentemente dal posto che occupavano nella scala sociale; e persino i loro difetti fisici, che in alcuni casi conosciamo da altre immagini, furono sapientemente attenuati affinché l’aspetto dei suoi effigiati risultasse sempre gradevole e, per così dire, rassicurante.
Artista pienamente “integrato” e antesignano dei fotografi à la mode dei nostri tempi, Leoni immortalò i volti di una società splendida e operosa, celebrando attraverso di essi la magnificenza della Città Eterna. Numerose effigi di uomini e donne del “popolo” arricchiscono, inoltre, la cospicua produzione “privata” dell’artista: una selezione unica nel suo genere e di grande interesse storico. Di fondamentale importanza è risultato, in particolare, lo studio delle annotazioni presenti sul verso dei disegni, spesso ignorate o mal comprese. La loro decifrazione ha permesso di gettare nuova luce sulle relazioni umane e professionali di Ottavio, e in molti casi di identificare personaggi sinora senza nome.
Il ricco e variegato corpus di disegni e dipinti di Leoni, notevolmente ampliato nel numero e sostanzialmente riveduto nella cronologia, sarà presentato nella sua interezza dopo il primo saggio monografico di Bernardina Sani (2005) e gli importanti contributi sui fondi grafici conservati a Firenze e a Berlino, curati da Piera Giovanna Tordella (2011) e da Francesco Solinas (2013).
Primarosa, colto e raffinato studioso della pittura Barocca, ha ricomposto nella sua sequenza originaria la più importante galleria di ritratti dell’Europa del tempo: oltre 650 opere, dalle prime prove a pietra nera e gesso bianco su carta azzurrata tracciate nel 1595-1602, fino ai più noti disegni “a tre matite” appartenenti alla serie numerata, che Ottavio realizzò senza soluzione di continuità dal 1619 fino alle ultime settimane della sua esistenza. Lontani dall’enciclopedismo delle serie gioviane, i ritratti “alla macchia” disegnati da Leoni restituiscono un’immagine fedele della società virtuosa a lui contemporanea, mettendo in scena – come ebbe a dire Roberto Longhi – «la più bella galleria di volti della Roma del primo seicento, dai giorni del Caravaggio, all’apparire del Bernini» (Longhi 1951). Passeranno cent’anni, infatti, prima che dalle mani di altri artisti nascano gallerie di simile vastità e di paragonabile efficacia documentaria: quella di Rosalba Carriera a Venezia, e di nuovo a Roma quella di Pier Leone Ghezzi, che peraltro adotterà verso i suoi soggetti un tipo di approccio del tutto estraneo a Leoni: quello sarcastico e malizioso della caricatura.
 
Redazione 8.1.2018