Overby_Door with hole, second floor (2) , 1971_AWRobert Overby - Opere 1969-1987, retrospettiva che inaugura alla GAMeC  di Bergamo il prossimo 15 maggio per la cura di Alessandro Rabottini, è la prima mostra dedicata all’artista americano (1935-1993) da un’istituzione Italiana. Realizzata in collaborazione con il Centre d’Art Contemporain di Ginevra, la Bergen Kunsthall in Norvegia e Le Consortium di Digione in Francia, la rassegna, forte oltre 50 opere di Overby, può essere considerata quella di più vaste proporzioni che gli sia mai stata riservata.


Nonostante la sua ricchezza e varietà, il lavoro di Robert Overby non ha mai raggiunto una notorietà proporzionata alla sua qualità, in primo luogo in ragione del fatto che nel corso della sua vita egli ha avuto un’attività espositiva assai contenuta. Artista poliedrico, instancabile sperimentatore di tecniche e materiali, la sua opera si divide fra dipinti, sculture, installazioni, collage e incisioni: un corpus che nel suo insieme si propone come un’esplorazione dei limiti della rappresentazione e come un’indagine poetica sulla condizione umana e gli effetti del tempo sulle persone, l’ambiente e le cose.

Robert Overby nacque a Harvey, Illinois. Per gran parte della sua vita lavorò a Los Angeles come graphic designer (si deve a lui il logo della Toyota) e poi, a partire dal 1969, come artista visivo. Tra i lavori più rappresentativi della sua prima produzione troviamo i calchi di elementi architettonici come porte, finestre e intere facciate di edifici, realizzati con gomma, lattice e cemento, in cui già si evidenzia la poetica dell’artista che ha come fulcro l’indagine sull’azione del tempo, quale emerge in Blue Screen Door, Concrete Screen, Door with Hole (fig. 1) e Bricks, Large Corner (tutte eseguite nel 1971 e presenti in mostra). Nello stesso 1971 Overby completò il suo progetto più ambizioso, Barclay House Series, 28 calchi di lattice e gomma realizzati a partire da una casa di due piani andata in fiamme.
Overby_Long wall, third floor, 1971_AW

Tra il 1969 e il 1973 Overby creò oltre trecento opere, documentate in “336 to 1. August 1973 – July 1969”, un libro autoprodotto, recentemente ristampato, in cui i lavori sono ordinati secondo un'ordine cronologico inverso, dal 1973 al 1969. In questa fase aurorale della sua produzione risulta con particolare evidenza l’attenzione di Overby alle sculture di Claes Oldenburg, ai calchi di Bruce Nauman, alla dissezione dell’architettura operata da Gordon Matta-Clark e alla ricerca post-minimalista di Eva Hesse. Il lavoro di Overby, peraltro, si distingue per l’originale approccio psicologico e narrativo, in cui lo spazio domestico e l’architettura funzionano come estensioni metaforiche della decadenza del corpo umano, secondo una direttrice creativa che lo stesso artista ebbe a definire “Minimalismo Barocco”.
Proprio l’incessante interesse nei confronti dell’aspetto materiale in cui si incarnano la memoria, il passato e il decadimento ineluttabile intrinseco allo scorrere del tempo rende il lavoro di Robert Overby così significativo, tanto più se considerato in connessione col lavoro di artisti di primo piano attivi a partire dagli anni Novanta sulla scena americana, come Rachel Whiteread, Kai Althoff e Seth Price.
Overby_Black Hands, 1977_AW

Dal 1973 la pittura diventa il medium prediletto da Overby. Protagonista delle sue opere è il corpo come luogo in cui l’identità viene espressa nella sua teatralità, in una fusione di organico e inorganico, femminile e maschile, rappresentazione e natura.
Di dimensioni e stili estremamente variegati, i dipinti di Overby variano profondamente fra loro anche di carattere, pur mantenendo un’evidente coerenza concettuale ed esistenziale: si va da opere intime - che intrecciano figurazione e astrazione - fino a lavori che presentano riferimenti alla cultura pop. Una varietà di linguaggi in cui si può cogliere un’anticipazione delle tendenze che, nei decenni successivi, si sarebbero imposte con il cosiddetto Post-Modernismo.

Overby_Computer Whiz, 1987-TMMolte delle opere in mostra documentano la ricerca di Overby sui temi privilegiati della “superficie” e della “pelle” intesi come luoghi di trasformazione: si tratti della pelle di un edificio, della pelle di un dipinto o della pelle artificiale di una maschera di lattice che permette di mettere in scena molteplici identità sessuali. Nel lavoro di Robert Overby si afferma come elemento distintivo la critica implicita al concetto tradizionale di “stile”, inteso come dimensione espressiva e linguistica coerente e realativamente permanente, per affermare, viceversa, un’idea di arte come ricerca in continua metamorfosi intorno alla condizione umana, colta nella sua incessante trasformazione.

La mostra sarà accompagnata da una completa monografia sul lavoro dell’artista. Edito da Mousse Publishing, il catalogo documenta più di centoquaranta lavori e include testi di Andrea Bellini (Direttore del Centre d’Art Contemporain di Ginevra), Martin Clark (Direttore della Bergen Kunsthall), Robin Clark (Curatrice indipendente), Alison M. Gingeras (Curatrice indipendente), Terry R. Myers (Capo del Dipartimento di Pittura e Disegno alla School of the Art Institute of Chicago), e Alessandro Rabottini, curatore della mostra.

Il catalogo è pubblicato grazie al supporto della Andy Warhol Foundation for the Visual Arts.
Mostra e catalogo sono realizzati con la collaborazione e la supervisione scientifica dell’Estate of Robert Overby, Los Angeles.
Lu.Bo., 20/04/2014

ROBERT OVERBY. OPERE 1969-1987
A cura di Alessandro Rabottini
GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
16 maggio – 27 luglio 2014
Inaugurazione 15 maggio 2014, ore 18:30
www.gamec.it


Didascalie immagini:
1. Door with hole, second floor (from Barclay House Series), 4 agosto 1971, Lattice, 204.47 x 86.36 cm
Collezione Hall, Robert Overby – Works 1969-1987, 31.01-27.04.2014, Centre d’Art Contemporain Genève
Foto: Annik Wetter © Centre d’Art Contemporain Genève
2.
Long wall, third floor
(from Barclay House Series), 4 agosto 1971, Lattice, 269.24 x 584.2 cm
Courtesy Estate di Robert Overby e Andrew Kreps Gallery, New York, Robert Overby – Works 1969-1987, 31.01-27.04.2014, Centre d’Art Contemporain Genève
Foto: Annik Wetter © Centre d’Art Contemporain Genève
3. Black Hands, 1977, Olio su tela, 121.9 x 154.9 x 1.27 cm
Bill Block, Los Angeles - Foto: Annik Wetter
4. Computer Whiz, 1987, , Olio su tela, 177.8 x 162.6 cm
Gary Snyder Fine Art, New York, Courtesy Fredericks & Freiser, New York
Foto: Thomas Müller