Esposte
oltre 100 opere fra dipinti e disegni, provenienti da prestigiosissime istituzioni museali italiane (
Uffizi di Firenze, Palazzo Rosso di Genova, Musei Vaticani di Roma, Gallerie dell’Accademia di Venezia, Pinacoteca Estense di Modena, Pinacoteca di Brera di Milano) ed internazionali (
Gemäldegalerie di Dresda, National Gallery of Scotland di Edinburgo, British Museum e National Gallery di Londra, J. Paul Getty Museum di Los Angeles, Museo Nacional del Prado di Madrid, Metropolitan Museum of Art di New York, Musée du Louvre di Parigi, Kunsthistorisches Museum di Vienna, la National Gallery of Art di Washington).

La mostra è così la più ampia che sia mai stata dedicata in Italia al
Veronese dopo quella storica curata da
Rodolfo Pallucchini a Venezia nel 1939, e presenta l’opera dell'artista attraverso 6 sezioni espositive riservate alla messa a fuoco degli aspetti-chiave della sua attività: la formazione, i rapporti con l’architettura e gli architetti (
Michele Sanmicheli, Jacopo Sansovino, Andrea Palladio), la committenza, i temi allegorici e mitologici, la religiosità, le collaborazioni e la bottega.
Oltre ad un'ampia selezione di capolavori pittorici dell'artista, la mostra comprende un gran numero di disegni, davvero eccezionali per qualità, varietà tematica, funzionale e tecnica, con l'obiettivo di testimoniare il ruolo della progettazione e dello sviluppo grafico nell'ambito dei
sofisticati processi creativo di Paolo Veronese e della dinamica produttiva del suo
atelier.
Il percorso espositivo presenta in coclusione il restauro della grandiosa
Cena in casa di Levi (5,50 x 10 metri), già in San Giacomo alla Giudecca a Venezia, di proprietà delle Gallerie dell'Accademia e in deposito presso il Comune di Verona. Il telero fu saldato nel 1591 alla bottega del Caliari che per alcuni anni, sotto l'insegna artistica e commerciale di
Haeredes Pauli, portò avanti il lavoro del Veronese anche dopo la morte del pittore.
Queste più in dettaglio le sei sezioni della mostra.
GIOVINEZZA:
Paolo Caliari nacque a Verona nel 1528. Figlio di uno scalpellino, andò a bottega di
Antonio Badile, e, secondo Vasari, fu introdotto da
Giovanni Caroto allo studio delle antichità. Sin dalle sue prime opere, Veronese si distinse dalla tradizione pittorica locale, traendo ispirazione da artisti come
Giulio Romano, Correggio e Parmigianino. La sezione di apertura della mostra è dedicata all’approfondimento della sua formazione. Di questa prima fase sono rappresentative opere come il
Marco Curzio (Vienna, Kunsthistorisches Museum, fig. 1) e le
Tentazioni di Sant’Antonio (Caen, Musée des Beaux-Arts, fig. 2).
IL RAPPORTO CON L’ARCHITETTURA:

Una componente essenziale delle opere di Veronese è rappresentata dall’impostazione architettonica monumentale e teatrale in cui le scene sacre e profane vengono per lo più ambientate. In molte delle sue opere risulta essenziale e mirabilmente pensato e calibrato il rapporto tra lo spazio dipinto e quello reale. L’attenzione per l’architettura risulta particolarmente evidente anche da molti disegni preparatori, quali ad esempio lo
Studio per figure e architetture di Kassel.
COMMITTENZA PUBBLICA E PRIVATA:
La pittura di Paolo Veronese riscosse grande successo presso ogni tipologia di committenti. Ordini ecclesiastici, confraternite e scuole di devozione, oltre ovviamente ad aristocratici e notabili, si contesero le sue prestazioni. Egli fu impegnati in tutti i genere di impresa pittorica, cicli affrescati, grandi teleri di storia, opere di destinazione ecclesiastica o riservate alla devozione privata, ritratti. Tra questi ultimi spiccano in mostra il ritratto femminile noto come la
Bella Nani, del Louvre, e il
Ritratto virile del Getty Museum di Los Angeles (fig. 4).
MITO E ALLEGORIE:
Paolo Veronese fu ripetutamente impegnato nell’esecuzione di dipinti di soggetto mitologico, eccellendovi grazie alle sue brillanti doti di invenzione e alla sua
verve scenografica. Opere come il
Ratto d’Europa (Venezia, Palazzo Ducale) e
Venere, Marte e Cupido (Edimburgo, National Gallery of Scotland) impreziosivano col loro smalto coloristico e le loro brillanti soluzioni narrative le dimore di importanti committenti privati. Rientrano in questa tipologia le quattro
Allegorie dell’amore della National Gallery di Londra, di notevole complessità iconografica. Non di rado Veronese seppe infondere un’accesa carica di sensualità anche ai soggetti religiose, come dimostra la
Giuditta e Oloferne di Genova, Palazzo Rosso.
In questa sezione la mostra indaga il ruolo occupato da Veronese nel panorama della pittura veneziana della seconda metà del Cinquecento e le peculiarità di composizione, iconografia e carattere che permisero alle sue immagini di riscuotere un così ampio consenso tra i collezionisti contemporanei.
RELIGIOSITÀ:
Una parte non trascurabile della produzione di Veronese s’inserisce appieno nel dibattito religioso e artistico legato alla cultura della Controriforma, facendone uno degli interpreti più originali del nuovo spirito devozionale che si diffonde a seguito del Concilio Tridentino. Ne sono testimonianza il
Riposo durante la Fuga in Egitto del Ringling Museum di Sarasota, l’
Adorazione dei Magi per la chiesa di Santa Corona di Vicenza o il
Matrimonio mistico di Santa Caterina per la chiesa di Santa Caterina de’ Sacchi di Venezia (oggi Gallerie dell’Accademia, fig. 5).
Di contro a queste tele magnifiche e spettacolari, in opere tarde come
Il buon Samaritano di Dresda, la pala di San Pantalon, della omonima chiesa veneziana, o l’
Orazione nell’orto della Pinacoteca di Brera il tono dei colori si fa più cupo e il registro espressivo più raccolto e dolente.
LA BOTTEGA:
Come ogni artista di primo piano, Veronese si avvalse del supporto di un’attiva bottega. Lavorarono al suo servizio un gran numero di garzoni, assistenti e lavoranti, in funzione della quantità e del genere di commissioni ricevute. Tra i suoi principali collaboratori si devono ricordare
il fratello Benedetto (1538-1598) ed i figli
Gabriele (1568-1631) e
Carletto (1570-1596), quest'ultimo, in particolare, pittore di qualità tutt'altro che trascurabili. La mostra intende dar conto delle più recenti acquisizioni critiche relative all’organizzazione, alle logiche e alle procedure produttive dell’
atelier di Paolo Caliari attraverso dipinti e disegni dei principali componenti della sua bottega.
In parallelo alla mostra di Verona, nell’ambito del progetto “
Scopri il Veneto di Paolo Veronese”, si svolgono le seguenti
altre quattro esposizioni:
1.
Quattro Veronese venuti da lontano. Le Allegorie ritrovate
Vicenza, Palladio Museum, 5 luglio – 5 ottobre 2014
2.
Veronese e Padova. L’artista, la committenza e la sua fortuna
Padova, Musei Civici agli Eremitani, 7 settembre 2014 – 11 gennaio 2015
3.
Veronese nelle Terre di Giorgione
Castelfranco Veneto, Museo Casa Giorgione, 12 settembre 2014 – 11 gennaio 2015
4.
Veronese inciso. Stampe da Veronese dal XVI al XIX secolo
Bassano del Grappa, Museo della stampa Remondini, 14 settembre 2014 – 19 gennaio 2015
Lu.Bo., 06/07/2014
Paolo Veronese. L’illusione della realtà
a cura di Paola Marini e Bernard Aikema
Verona, Palazzo della Gran Guardia, Piazza Bra
5 luglio - 5 ottobre 2014
Orari:
dal lunedì al giovedì, sabato e domenica: dalle 10.00 alle 21.00
venerdì: dalle 10.00 alle 22.00 (chiusura biglietteria un’ora prima)
Ingresso:
iIntero 12 euro
ridotto 9 euro
www.mostraveronese.it