di Michela Micheli
 “Leonardo a Roma. Influenze ed eredità”  è  il titolo della mostra  in corso a Villa Farnesina e dedicata al grande maestro Leonardo Da Vinci. Curata da Roberto Antonelli, vicepresidente dell’Accademia dei Lincei e  Antonio Forcellino, l’esposizione che si presenta come omaggio al soggiorno romano del genio rinascimentale e all’influenza che  la città eterna ebbe sulla sua arte, è suddivisa in due suggestive sezioni.  Nella  Loggia di Galatea,i visitatori  possono  ammirare le opere che rievocano l’arrivo di Leonardo  nella Capitale  e il rapporto con Raffaello Sanzio, circondati dai celeberrimi affreschi di quest’ultimo presenti in sala, come ad esempio la Gioconda Torlonia, che insieme ad altre tre opere  è stata restaurata proprio in occasione dell’affascinante esposizione. Esposta nella loggia di Amore e Psiche, l’ Afrodite della  Troade, è l’opera che simboleggia il tema del ritratto femminile sperimentato da entrambi gli artisti.
Il viaggio continua nella loggia del Fregio, in cui sono presentialcune  incisioni e   lo  Studio di panneggio  per una figura inginocchiata, un disegno giovanile leonardesco.  La mostra  offre inoltre l’opportunità di entrare in contatto a 360 gradi con la bottega di Leonardo a Roma, attraverso Il San Giovanni Battista proveniente dalla Galleria Borghese e  Il Salvator Mundi della Basilica di San Domenico  Maggiore. “ Il racconto della bottega di Leonardo permette però anche un’ulteriore esperienza: avvicinarsi alla vita dell’artista e alle sue più profonde emozioni”, ricorda  Roberto Antonelli.Il percorso termina nella  sala delle  Esposizioni,  in cui  opere  provenienti da collezioni  pubbliche  romane,  testimoniano l’evoluzione dello stile leonardesco. Arte, bellezza e storia resteranno ferme nel tempo presso  Villa Farnesina,  perla del classicismo romano,  fino al 12 gennaio 2020. Per tutti gli appassionati d’arte L’Accademia  dei Lincei  propone  oltre a sette conferenze leonardesche,  un convegno di due giorni (29 e 30 novembre) intitolato “Leonardo and hiscircle:  Painting  technique  in the light of restorations  and scientific  studies”.
“Leonardo a Roma. Influenze ed eredità”.  Che mostra è?  Quando è nata l’idea?
“L’idea di indagare la Gioconda Torlonia fu mia e poi di entrambi; tenga conto  per  analoghe circostanze, che tutto è nato dalla possibilità di poter fare la mostra nel luogo privilegiato di Raffaello d dei suoi rapporti con Leonardo.  Questa è una mostra che intende approfondire  i tre anni in cui Leonardo fu a Roma e nei quali continuò a  dipingere ed avere una bottega. Fra il 2019 e il 2021 ricorrono i centenari di tre fra i massimi ingegni italiani alle origini della Modernità: Leonardo, Raffaello e Dante. L’Accademia Nazionale dei Lincei ha voluto sottolineare l’eccezionalità della consecuzione immediata dei tre eventi programmandone ulteriormente le celebrazioni.  Con le mostre e i convegni dedicati a  Leonardo Da Vinci, si apre  “Il   Trittico dell’ingegno  italiano”, la serie di iniziative con le quali l’Accademia ha inteso  investigare e approfondire  le possibili radici e ragioni comuni della straordinaria vicenda artistica dei tre Grandi e del rilievo  che hanno rivestito e rivestono ancora  nella cultura e nell’immaginario contemporaneo italiano e mondiale. La mostra, della quale il catalogo rappresenta il condensato scientifico, ha come suo tema  proprio  il rapporto di riconoscimento magistrale e poi di serrato confronto  e tentato superamento che legò Raffaello a Leonardo, da Firenze a Roma, e che nella villa di Agostino Chigi alla Lungara (poi Villa Farnesina) trova un luogo privilegiato di verifica”.
 
 
Ha scelto Villa Farnesina solamente per il rapporto che  Leonardo aveva con Raffaello?
“Certo. La mostra si intitola “Leonardo a Roma. Influenze ed eredità”, ovvero il suo contatto con l’antichità  che si evince  nelle opere esposte e i suoi rapporti con i contemporanei in quel momento presenti a Roma e quanto questi hanno anche preso da Leonardo. Testimonianza esemplare del clima in cui agirono i due grandi maestri, la Villa Farnesina è infatti in grado di dialogare direttamente con le opere esposte e diventare così un naturale prolungamento dell’esposizione stessa”.
 
Come si snoda la mostra e qual è il pezzo forte?
“Sicuramente La Gioconda  Torlonia e la Gioconda  Nuda, ma anche  un disegno leonardesco mai esposto. La Fornarina di Raffaello sarebbe stata influenzata dalla Gioconda, che Leonardo portò con sé anche a  Roma e dalla cosiddetta Gioconda nuda il cui cartone Leonardo con ogni verosimiglianza  creò a Roma. L’evidenza documentaria e le testimonianze coeve dai disegni e dal cartone della  Gioconda nuda alle commissioni di Leone X e del suo datario, Baldassare Turrini, dimostrano che è erroneo attribuire al periodo romano un ormai avvenuto e totale distacco fra Leonardo e la pittura, come del resto conferma l’elenco delle opere attribuibili  al 1513-1516, forse ulteriormente  incrementabile, come in alcune proposte della mostra”.
 



La mostra di intitola “Influenze ed eredità”. Secondo lei,  che influenza avrà sui visitatori e quale eredità lascerà loro?
“Lascerà una maggiore conoscenza del periodo romano e interrogativi cui si è cercato di rispondere. Il soggiorno di Leonardo a Roma è uno dei periodi  meno noti  dell’attività del Maestro  di Vinci: anche per ciò che riguarda  vari aspetti  della sua ricerca scientifica e ingegneristica, che pure ha potuto godere di approfondimenti molto impoortanti negli ultimi anni, ma in particolare per quanto riguarda la sua attività pittorica, oggetto di grandi silenzi  e di controverse interpretazioni, fino a ritenerla del tutto, o quasi, inesistent, in un contesto dominato dalla presenza di Raffaello  e dal suo rapporto con l’antico e  la corte papale”.
dicembre 2019

 
Particolare del restauro di Bottega di Leonardo Da Vinci (Con